Sul sesso sicuro l’Italia è ancora indietro. Ma siamo nel 2015 e l’analfabetismo sessuale è ormai inaccettabile. I dati parlano molto chiaro. Secondo un’indagine della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) riferita al 2013, il 42% delle under 25 (pari al 5% in più rispetto al 2010) non utilizza nessun metodo contraccettivo durante il primo rapporto sessuale.

Da sempre siamo maglia nera in Europa per uso del profilattico (in calo del 5% dal 1999 al 2010, ultimo anno disponibile). E solo il 16,2% delle donne italiane usa la pillola anticoncezionale, contro il 58,9 del Portogallo, il 52,6 della Germania, il 41,5 della Francia, il 40 dell’Olanda o il 28 della Gran Bretagna.

Il sesso sicuro non previene soltanto da una gravidanza indesiderata, è anche un modo per proteggerci dalle malattie sessualmente trasmissibili, come Aids, epatite c e b, papilloma virus, clamidia, gonorrea. Per avere un’idea di quanti e quali sono i metodi contraccettivi a disposizione in Italia, compresi quelli di emergenza, e di come funzionano, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) ha messo a punto una mini guida che è stata distribuita nelle farmacie (17mila) e negli ospedali (230) con il bollino rosa, cioè quelli che riservano particolare attenzione alla prevenzione, diagnosi e cura delle patologie femminili.

L’opuscolo si può anche scaricare dal sito web dell’osservatorio, il portale rivolto agli adolescenti, e da sballatidisalute.it, il portale rivolto agli adolescenti e realizzato con il Miur, per promuovere uno stile di vita sano. Fare informazione e sensibilizzare l’opinione pubblica è più che mai urgente. “Il sesso continua a essere un argomento tabù, difficilmente affrontato nel contesto familiare, tra genitori e figli – dichiara Francesca Merzagora, presidente di Onda -. A questo si sommano le scarse conoscenze che gli adulti hanno della materia. Un corretto utilizzo dei metodi contraccettivi permette di non dover ricorrere a un’interruzione volontaria di gravidanza che, oltre a essere un’esperienza dolorosa per la donna, risulta un fallimento delle politiche di prevenzione e pianificazione della salute sessuale e riproduttiva. Ci auguriamo che questa guida possa essere per le donne un utile strumento di consultazione per delle scelte responsabili e consapevoli”.

Innanzitutto, vanno distinti tre tipi di contraccezione: quelli del “prima” (metodi ormonali, metodi meccanici come la spirale e metodi naturali), del “durante” (preservativo, diaframma e spermicidi) e del “dopo” (contraccezione d’emergenza). Esploriamo i primi con l’aiuto di un’esperta, la ginecologa e sessuologa Rossella Nappi. “A molte donne la parola ormone fa paura. In realtà è amico della donna – spiega la dottoressa -, soprattutto in presenza di ciclo irregolare o molto doloroso, di endometriosi, previene l’acne, riduce del 50% il rischio di tumore alle ovaia anche nei 20 anni successivi all’interruzione della pillola. È una diceria che provochi cancro alla mammella e trombosi. Oggi la pillola è sicura e più leggera di un tempo”. Oltre a questa, sempre a base di ormoni, c’è l’anello vaginale e il cerotto.

“A gennaio ne entrerà in commercio uno piccolo come una moneta da due euro”. Sul fatto che le donne siano sprovvedute sul sesso, la ginecologa commenta: “Crediamo di essere alla pari degli uomini e invece quando si tratta di contraccezione lasciamo fare al partner, che il più delle volte non vuole usare il profilattico, e questo provoca dei danni”. Anche qui il dato parla da solo: “Il tasso di aborto volontario sotto i 20 anni interessa nove ragazze italiane su mille, una percentuale che non scende mai”. Poi c’è la spirale ormonale senza estrogeni, “per le donne obese, fumatrici o con rischio trombotico”.

Una vita senza mestruazioni: giusto o sbagliato? “Un sondaggio riporta che il 45% delle donne desidera non averle. Interrompere il ciclo volontariamente non ha effetti collaterali, non danneggia la salute, anzi la migliora a chi soffre di cefalea e sindrome premestruale, che entrambe impattano sulla qualità della vita e sull’attività lavorativa. E protegge la fertilità nelle donne con endometriosi”. A maggio sugli scaffali delle nostre farmacie è arrivata la pillola delle quattro stagioni, che si assume per tre mesi di fila. Questo significa che la donna avrà soltanto quattro mestruazioni all’anno. “È indicata per chi ha disturbi importanti. E poi fra poco ce ne sarà un’altra ancora, che consentirà di avere mestruazioni flessibili”.

Comunque non si può prescindere dal preservativo. È falsa la convinzione che basta un contraccettivo ormonale per un rapporto protetto. Magari da una gravidanza, ma non dalla trasmissione di infezioni sessuali. “Più del 60% delle ragazze che assume la pillola – continua la ginecologa – non usa il preservativo nei rapporti occasionali”. La rete di sorveglianza degli ospedali pubblici, coordinata dal Centro operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità, nel suo ultimo report (giugno 2014) tra il 1991 e il 2012 ha registrato 96.752 nuovi casi. Le diagnosi di infezioni più comuni sono quelle da Clamydia trachomatis, soprattutto nei giovani tra i 15 e i 24 anni, da Trichomonas vaginalis e da Neisseria gonorrhoeae. “Il 7% delle donne ha la clamidia ma non lo sa, perché è asintomatica” spiega Nappi. Dal 2006 si è verificato pure un aumento delle segnalazioni di linfogranuloma venereo. Quando si può fare a meno del profilattico? “Quando la coppia è stabile e i partner si sono sottoposti a test hiv, epitate c, clamidia, pap test. Se sono negativi posso fare sesso senza barriere. Per evitare la gravidanza sarà sufficiente un metodo contraccettivo ormonale”. Quello di emergenza, cioè pillola del giorno dopo o dei cinque giorni dopo, “deve essere l’eccezione, non la regola” sottolinea la ginecologa.

Articolo Precedente

Quello che hai amato, undici donne raccontano il loro percorso di emancipazione. Oltre i soliti stereotipi

next
Articolo Successivo

Settant’anni di Udi, in mostra la storia (per foto) di come la donna ha cambiato l’Italia

next