“Paghiamo le tasse, questo è il ringraziamento!”. A gridarlo è uno studente con la faccia insanguinata, quando ieri nel pomeriggio, a piazzale Aldo Moro, si è tenuta la manifestazione indetta dal comitato degli studenti contro Maker faire, terminata con cariche, scontri con la polizia, lancio di getti di acqua contro gli studenti da un camion idrante. 5 fermi, 10 feriti. Non sono in pochi, con questo bilancio, a “bocciare” il rettore della Sapienza.

Maker faire, promossa e organizzata dalla Camera di Commercio Roma, spiegano gli organizzatori, è “il più importante spettacolo dell’innovazione al mondo – un evento family-friendly ricco di invenzioni, creatività e inventiva, e una celebrazione della cultura e del movimento #makers. È il luogo dove maker e appassionati di ogni età e background si incontrano per presentare i propri progetti e condividere le proprie conoscenze e scoperte”.

Condivisione che a quanto pare non ha voluto includere gli studenti universitari.

Cosa non piace di questo spettacolo innovativo? Quella di quest’anno sembrerebbe un’edizione diversa proprio perché svolta in quella che dovrebbe essere “la casa” degli studenti, luogo di studio, di formazione, come di confronto, eppure, in qualche modo l’accesso a pagamento per matricole e non sembrerebbe non favorire la partecipazione degli stessi.

Per Maker Faire, dell’Università La Sapienza, nessuno avrebbe pensato, infatti, di coinvolgere gli studenti, piuttosto la loro esclusione oggi, parrebbe una scelta presa con la dovuta indifferenza, imposta dall’alto.

Ma gli studenti si sono fatti sentire con forza. A ragione.

Criticano con durezza l’organizzazione del tutto senza che ci sia stata alcuna richiesta di confronto con loro, criticano un biglietto di ingresso da pagare, per tutti di 10,00 euro, per gli studenti di 4,00 euro, non ci stanno alla sospensione dell’attività didattica, alla chiusura delle biblioteche, delle facoltà e dei laboratori.

A peggiorare il quadro anche la posizione dei lavoratori della Sapienza, che per questi giorni, sarebbero costretti alle ferie forzate.

Insomma, la Sapienza fa le cose in grande: ospita artigiani e caccia studenti e lavoratori?

A tutto questo gli studenti hanno reagito con una campagna contro, chiedendo l’ingresso libero per loro, un incontro con la governance universitaria, ma a nessuno nell’Università, rettore compreso, interessa la parola degli studenti. Non è neanche servita la manifestazione di ieri, finita con scontri, e che in questo video a raccontarla è la voce di uno studente universitario: “Abbiamo chiesto uno spazio gestito da noi, la possibilità di entrare gratuitamente. Oggi la polizia ha caricato il presidio. Abbiamo avuto 5 fermi e 10 feriti. Per l’ennesima volta nessuna mediazione con noi da parte l’università, ma la richiesta di cellerini, idranti…”.

In tutto questo Maker faire andrà avanti, come proseguirà la campagna contro questa tre giorni da parte degli studenti. “Insieme a un confronto – racconta uno studente – lunedì chiederemo la dimissioni di Gaudio perché l’Università non è il luogo adatto per una fiera così, estromettendo gli studenti dall’organizzazione. In ultimo chiederemo la presa di parola dei makers e della comunità accademica che ci hanno dato solidarietà”.

La protesta continua.

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