Il maltempo non concede tregue al Sud. Dopo aver messo in ginocchio Abruzzo e Lazio (tre morti mercoledì 14) e il Sannio (tre morti tra giovedì e oggi), ora è la volta di Taranto, su cui si è abbattuto un nubifragio che sta causando allagamenti in tutti i quartieri e la chiusura di sottopassi, chiese, scuole, impianti sportivi, ma anche disagi e tensione nello stabilimento dell’Ilva. Cittadini rimasti intrappolati in uffici e case al piano terra e in scantinati sono stati soccorsi solo grazie a barche e gommoni. Una ventina di dipendenti dell’Amiu, la società multiservizi della città, è rimasta bloccata per ore nella sede, nella zona Croce. In alcune vie, come nel rione Tamburi, quello più vicino all’Ilva, il livello dell’acqua è stato tale da sommergere completamente le auto. In via Minniti, l’asfalto ha ceduto e un’auto è sprofondata nella voragine che si è creata. Decine le richieste di soccorso di automobilisti rimasti in panne. La pioggia battente ha provocato anche la caduta di calcinacci, alberi divelti e scantinati allagati. Disagi anche in diversi comuni della Provincia e in particolare a Montemesola, Martina Franca e Grottaglie. La Protezione civile aveva lanciato l’allerta meteo con codice arancione.

Diversi reparti dell’Ilva sono stati resi inagibili e la direzione ha invitato i dipendenti a lasciare le postazioni. E’ rimasto in servizio solo il personale di comandata. Gli operai hanno avuto difficoltà anche a raggiungere le auto o i bus proprio a causa degli allagamenti. Gli impianti interessati sono le acciaierie, gli altiforni, le Officine, i treni nastri e i tubifici. “L’Ilva è completamente allagata – racconta il sindacalista Francesco Rizzo, dell’Usb – e la direzione ha comunicato che su diversi reparti i lavoratori erano stati invitati a smontare a causa dell’inagibilità di alcuni impianti, ma gli autisti sono impossibilitati a raggiungere gli autobus per evacuare il personale degli impianti. Ritengo questa situazione vergognosa“. Gli autisti addetti al trasporto interno, infatti, prosegue Rizzo, sono bloccati dentro al refettorio, anche questo completamente allagato. L’azienda aveva deciso di fermare gli impianti per sicurezza. L’azienda ha replicato 

Esonda il Volturno, allagate strade e campagne a Capua
Il meteo continua a provocare disagi anche in Campania, per il secondo giorno consecutivo. Dopo l’esondazione del fiume Calore, vicino Benevento, che ha provocato due vittime, oggi si sono verificati allagamenti di strade e campagne nel Casertano provocati dal Volturno. A essere colpita in particolare Capua: la piena ha allagato strade e campagne. Alcune famiglie sono state costrette ad abbandonare le abitazioni. Il Volturno è esondato in più punti. Le maggiori criticità sono state registrate nelle campagne di Ailano e Castel Campagnano, nell’alto Casertano; nell’area di Capua e a Santa Maria la Fossa, dove le acque hanno invaso alcuni tratti della strada di collegamento tra le due città. Il sindaco Carmine Antropoli ha emesso un’ordinanza disponendo la chiusura di tutte le scuole. Una vittima si registra, invece, durante le operazioni di ripristino di alcune linee elettriche danneggiate: si tratta di un operaio dell’Enel che è caduto da un traliccio nel paese di Ponte Valentino, in provincia di Benevento.

Benevento, polemica tra il sindaco e il capo della Protezione civile Curcio
Il maltempo lascia anche il consueto strascico di polemiche con un duello a distanza tra il sindaco del capoluogo sannita Fausto Pepe e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Quest’ultimo ha spiegato che “quel territorio era in allerta, bisognerebbe capire cosa prevedeva per quel livello di allerta il piano comunale”. La risposta del primo cittadino (Pd) che ha confermato che fosse prevista un’allerta “arancione”, ma che “il colore arancione, tradotto, significa piogge moderate e non certo alluvione, quella che invece ha colpito e distrutto la città di Benevento e la metà dei comuni della provincia”. A Benevento almeno 1.500 operai e dipendenti della piccola e media industria che opera nella zona industriale sono senza lavoro e molti anche senza casa.

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