Ci sono pratiche di allevamento che suscitano un’ampia contrarietà per le crudeltà che essi implicano verso gli animali. La produzione di foie gras è una di queste. Non che polli, mucche, maiali e galline, rinchiusi oggi prevalentemente in allevamenti intensivi, se la passino meglio a confronto di oche e anatre allevate per il loro ‘fegato grasso’, ma queste ultime, oltre ad essere a loro volta rinchiuse in gabbia o in capannoni sovraffollati, sono sottoposte alle ulteriori sofferenze causate dall’alimentazione forzata.

Una nostra recente indagine realizzata negli allevamenti situati nei Pirenei mostra come si ottiene questo cibo considerato di lusso, esaltato anche all’Expo (è stato uno dei piatti del menù della cena ‘omaggio all’amicizia tra Italia e Francia’, suggellata a pennello dopo il ‘caso Nutella.

Dall’Expo agli allevamenti francesi, dove 44 milioni di animali sono uccisi ogni anno per produrre oltre il 70% del foie gras consumato ed esportato poi in Italia e in tutto il mondo. Con la diffusione del video, narrato dall’attrice e conduttrice televisiva Daniela Poggi, abbiamo dato il via alla campagna Foie gras – solo crudeltà, diretta ai supermercati Esselunga, Conad, Carrefour, Bennet, Auchan, Pam/Panorama e ai punti vendita Eataly a cui viene chiesto, con una petizione firmata in pochi giorni da oltre 50.000 persone, di cessare le vendite di questo prodotto.

Le immagini documentano un frequente utilizzo delle gabbie individuali, vietate dalla legislazione europea, dove gli animali sono rinchiusi in uno spazio grande come il corpo e nutriti con enormi razioni di mais inserite direttamente nello stomaco mediante un lungo tubo metallico. A subire questo terribile trattamento, chiamato ‘gavage’, sono poi solo i pulcini maschi, le femmine sono generalmente uccise appena nate, perché il loro fegato è considerato di qualità inferiore.

Le riprese effettuate purtroppo possono essere considerate una panoramica di quello che avviene non solo in Francia, ma anche negli altri paesi dove la produzione di foie gras è consentita, essendo questo prodotto per definizione proprio il fegato di animali sottoposti ad alimentazione forzata.

Ma perché tutti dovremmo firmare questa petizione? Perché, per riprendere il dibattito già aperto su Il Fatto Quotidiano, dovremmo privarci della libertà di mangiare foie gras accompagnato da un buon vino, magari anche solo una volta l’anno, durante le festività natalizie?

D’altronde la produzione è sì vietata in Italia e in molti paesi del mondo, oltre che fortemente condannata anche da un Rapporto del Comitato Scientifico Veterinario dell’Ue che giudica l’alimentazione forzata ‘nociva per il benessere degli animali’, ma la stessa Ue la consente in alcuni paesi dove è considerata ‘pratica corrente’.

Forse, facendoci stupire, a questa domanda Mark Berkovitz risponderebbe ‘Perchè anche noi siamo oche‘. Berkovitz, ex internato ad Auschwitz scelto insieme alla sorella come cavia da laboratorio negli esperimenti condotti da Joseph Mengele, è divenuto, dopo essere sopravvissuto all’orrore, un attivista per i diritti animali.

Anch’io sono stato un’oca‘, così disse infatti Berkovitz in occasione di un incontro pubblico per difendere le oche canadesi che nella contea di Rockland erano a rischio di uccisione con un piano di abbattimento. Nelle sue parole un rimando alla somiglianza, oggetto di numerosi studi e ricerche, che vi è tra il modo in cui i nazisti trattavano le loro vittime e il modo in cui, nella società attuale, trattiamo gli animali.

Ma anche un forte invito a empatizzare con loro, perché no, a ‘mettersi nei loro panni’, operazione che non è poi così assurda considerato che la sofferenza, così come la gioia, non conoscono distinzioni di specie.

Di certo non siamo oche, ma di fronte a queste immagini, immaginarci cosa provano quei poveri animali fa veramente riflettere sul fatto che, in effetti, è giusto che ci sia un limite anche alle nostre libertà.

Immagini

Aggiornamento del 21 ottobre 2015: Dopo la pubblicazione di questo articolo Pam/Panorama ha deciso di aderire alla campagna di Essere Animali e rimuovere dai propri 153 supermercati e ipermercati il foie gras.

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