Dopo le polemiche, arrivano le dimissioni immediate e la richiesta di cancellazione dall’albo. Massimo Masotti, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Ferrara ha deciso di lasciare l’incarico dopo le sue dichiarazioni sul caso dell’assistente down impiegata in un asilo. La mamma di una bimba che frequenta la struttura la deciso di ritirare la figlia dopo avere saputo che la donna affetta dalla sindrome lavorava nella scuola. Una scelta con la quale Masotti ha concordato postando alcuni commenti su Facebook. “Anche io i miei nipoti me li sarei riportati a casa”, aveva scritto il medico, che oggi è in pensione, e che in passato è stato per molti anni consigliere comunale e vicepresidente del consiglio per Forza Italia. Poi ha aggiunto: “I down vanno bene in cucina, a fare giardinaggio… ma a cambiare bambini di pochi mesi proprio no: questa è platealità e cialtroneria”.

La notizia della richiesta di dimissioni è stata confermata a ilfattoquotidiano.it dal presidente dell’Ordine dei medici di Ferrara, Bruno Di Lascio. “Accolgo le sue richieste – ha commentato in una nota stampa diramata dall’Ordine -. Credo che abbia dimostrato dignità personale e rispetto professionale verso la categoria. Mi aspetto, ovviamente, che la stessa trasparenza e onestà intellettuale chiesta e rivendicata da tanti cittadini, sia all’attenzione, sempre, di tutti e in tutti gli ambiti della società“. Nel comunicato si precisa che il passo indietro di Masotti, deciso in autonomia, è arrivato “dopo la vicenda dei post da molti ritenuti ingiuriosi sulle potenzialità di chi è affetto da Sindrome di Down“.

Sul caso erano intervenuti anche i deputati M5S in commissione Affari sociali. “Auspichiamo che l’Ordine dei medici” di Ferrara “voglia dare quantomeno una robusta tirata di orecchie a Massimo Masotti e che la cittadinanza di Ferrara si dissoci dalle parole ingiuriose da lui pronunciate nei confronti delle persone affette da sindrome di Down”, avevano detto.

“Anche se a pronunciare quelle frasi fosse stati un ‘semplice’ cittadino – proseguivano – questa vicenda sarebbe stata assai sgradevole, ma si da il caso che Masotti ricopra un incarico dirigenziale in un’ente a carattere pubblico e che sia stato anche consigliere comunale del capoluogo. Che poi si ritenga politicamente corretto o meno, questo non interessa a nessuno: il dato oggettivo è che le sue parole sono discriminatorie ed esprimono una visione quantomeno retrograda delle politiche sociali”.

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