Meno di cinque minuti di assoluta bellezza: che altro si può dire dell’iniziativa di CondividiLove in collaborazione con Agedo Roma, associazione di genitori di ragazzi e ragazze omosessuali, che in un video raccontano paure, e coraggio, di madri e padri nel momento del coming out dei figli e delle figlie?

Realizzato per rafforzare la comunicazione in occasione del coming out day l’idea è quella di restituire un mosaico di voci e volti capaci di raccontare una delle emozioni più grandi dopo quella dell’aver messo al mondo: la dichiarazione dell’orientamento sessuale di chi hai generato.

Che è molto di più del dichiarare, da parte di un figlio o di una figlia, di chi lei o lui vogliono nel letto: è l’annuncio del desiderio, il regalo della propria intimità alle persone che, per tabù culturale, non devono saperne nulla. Che paradosso: sono loro, i tuoi genitori, che attraverso il desiderio anche sessuale ti hanno messo al mondo. Eppure, il più delle volte, (e vale per tutti gli orientamenti) tuo padre o tua madre sono le uniche persone con le quali non parli di sessualità, figuriamoci poi se si tratta di omosessualità.

Amore dimmelo è il titolo di questo video emozionante, tenero e istruttivo, che infonde speranza e dà energia alle persone adulte di riferimento (genitori sì, ma anche altre figure adulte che eventualmente partecipino alla vita degli adolescenti) per rompere il silenzio pesante che ancora si vive tra le mura domestiche sulla sessualità e l’affettività, omo o etero che sia.

L’assurdo è che si può, sin dalle elementari, apprendere ogni dettaglio da youporn, ma è ancora un miraggio per molti e molte giovani dichiarare chi sei, come ti senti e cosa provi proprio alle persone che ti vivono accanto: i tuoi.

Il video è un gesto d’affetto e di forza che presenta, finalmente, la famiglia come la famiglia dovrebbe essere: un luogo dove le persone trovano comprensione, dialogo, riparo, condivisione e dove si può anche aprire un conflitto perché è nell’elaborazione di esso che si cresce e si evolve, giovani e adulti insieme, madri e padri, figlie e figli.

Perché di imparare non si deve smettere mai, e il risultato più glorioso per chi educa è di vedere germogliare consapevolezza, responsabilità e gioia in chi si è accompagnato nella crescita.

La famiglia come luogo di relazione, non di ruoli e funzioni: il primo e caldo nido dove la mansione maieutica, necessariamente all’inizio esercitata dalle persone adulte, passa poi anche ai giovani, e diventa restituzione, scambio e reciprocità.

“E anche se non fossi pronto, che fai? Decidi per me? E chi ti credi di essere? Dai amore dimmelo?”, esortano timidi e sorridenti questi padri e madri, bellissimi e bellissime, testimoni forti e fragili della relazione umana più complessa che non deve smettere mai di evolvere.

Tutto il contrario del fortino chiuso che descrivono gli inquietanti movimenti che oggi in Italia non vogliono che si discuta, a scuola così come nello spazio pubblico, di amore, sentimenti, sessualità.

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“Viaggio da 15 anni. Non ho ville né auto, ma cose da raccontare a mio figlio. Nessuno ruberà la mia ricchezza”

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