Spiegare le scienze naturali grazie ad un piccione che plana all’improvviso per un’ala spezzata e fare il dettato su un tavolo all’aria aperta. E’ questa la nuova scommessa dell’associazione Emilio e Manes, che dopo aver dato avvio all’Asilo nel Bosco portano in mezzo alla pineta di Ostia (Roma) anche i bambini delle elementari. “A seconda di quello che succede impostiamo le lezioni – spiega il maestro, che ci tiene ad essere definito anche pittore, Mirko Lucchini –, ma rispettiamo i programmi del ministero”. Continua quindi la prima esportazione italiana del modello educativo adottato da molti paesi del nord Europa. Paolo Mai, uno dei fondatori del progetto, ci crede talmente tanto da aver inserito anche le sue figlie in queste aule all’aria aperta dove la natura è maestra, come quando capita che i bambini si imbattano nella carcassa di una volpe morta che si trasforma in un libro vivente. Tra le iniziative dell’Associazione Emilio e Manes ci sono anche i “Maestri di strada”, un progetto educativo che, con la scuola Media Renato Guttuso di Ostia, i servizi sociali e l’Asl lavorano in sinergia per riportare a studiare i ragazzi con difficoltà di apprendimento e comportamentali. “Questo è il nostro progetto – spiega Danilo Casertano, maestro e fondatore dell’Asilo nel Bosco – dalla scuola nel bosco, la città diventa la nostra scuola e questa è anche la nostra idea di scuola media e superiore. Ci stiamo lavorando”. E con questo sembra avanzare un nuovo concetto di scuola pubblica, condivisibile o meno, che mette in discussione l’esclusività del controllo statale come unico detentore della gestione del sapere e dell’educazione

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