Povero Crozza, che starà buttando via i pezzi già registrati della telenovela “Marino il Sindaco” (“House of Scars” ndr) per commutare su “Marino 2, la vendetta”. Mentre i talk già pregustano le carte promesse dal dimissionario, con le liste dei compromettenti e negati favori richiesti al chirurgo in due anni e passa di sindacatura.

E già nei bar, sentito con le nostre orecchie alle sette di questa mattina, si è cambiato il ritornello: da “è colpa di Marino” a “sti figli de na’ mignotta, daje e daje so’ riusciti a farlo fuori”. E perfino su Francesco, il Papa Perfetto, abbiamo sentito nelle stesse chiacchiere di primissima mattina, allungarsi un’ombra, per avere maramaldeggiato pure lui (e il suo collaboratore, con l’alibi dell’inganno telefonico, un vero scherzo da prete), magari perché Marino ha spinto sul registro delle Unioni Civili.

Insomma, se qualcuno aveva scambiato la asserita, dilagante impopolarità del “sindaco inadatto al ruolo” per un ritorno di popolarità di quelli impegnati a sbarazzarsene, gli stessi si accorgeranno in un battibaleno che l’opinione pubblica segue percorsi misteriosi e dipende dai mediatori dei media assai meno di quanto questi pensino o sperino.

Così, sediamoci in poltrona e aspettiamo che tutti e sei i talk show di prima serata, col rincalzo di Porta a Porta e l’ulteriore apporto di Sky News, scoprano il contrario di quanto hanno fin qui spiegato e cioè, nell’ordine: che la storia degli scontrini è una vergognosa strumentalizzazione; che i Casamonica sono nemici di Marino e viceversa; che Mafia Capitale era l’alternativa elettorale a Marino; che un sindaco ha diritto ad andarsene in ferie dove vuole, anche in America; e che forse la vera colpa di Marino è di aver cercato di arruffianarsi il Papa che, sentito il crescente puzzo di bruciato, si è tirato fuori dalla mischia con un “quello? Io non l’ho invitato”. Ci sono tutti gli elementi insomma, dal complotto dei poteri forti fino al destino del Masaniello di turno, per imbastire racconti appassionanti, secondo il format collaudatissimo dell’eroe in disgrazia che cerca di risalire la china del destino. Con l’aiuto dei conduttori, e il coevo echeggiamento della proiezione di Suburra, tra poco nei cinema.

Ne dovrà fare, dunque, di sforzi il Pd per convincere gli elettori che l’abbattimento di Marino (in parte, certo, l’auto abbattimento di uno che alla fine inciampa nelle proprie scarpe) non significhi il ritorno di “quelli di prima”. Su questo si giocheranno le elezioni a primavera prossima. E anche molti share nel frattempo.
Del resto, perfino a casa nostra stamattina ci ricordavano la battuta di Frank Underwood (House of cards): “Quelli che sono al vertice della catena alimentare non possono avere nessuna pietà. Esiste una regola sola: o cacci oppure vieni cacciato”.

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