I Casamonica sono stati invitati a Porta a Porta perché “si è valutato che una percezione più completa dell’impatto criminoso che la famiglia ha avuto ed ha sulla città di Roma potesse essere più efficientemente conseguita con una presenza diretta in studio di esponenti della famiglia di cui tutti parlano ma che il pubblico non conosce, piuttosto che con un collegamento fuori studio”. Opzione quest’ultima scartata perché non avrebbe “permesso di approfondire tutti gli aspetti della vicenda né di avere un vero contraddittorio”.

E’ quanto si legge nelle risposte inviate dalla Rai all’indirizzo della commissione di Vigilanza. Che, dopo la trasmissione, si era mossa con alcune interrogazioni, tra le quali quelle del presidente  Roberto Fico del Movimento 5 Stelle (“Il servizio pubblico non lucra sull’onda del sensazionalismo per far lievitare gli ascolti; non consente, più o meno esplicitamente, la difesa di un clan; non offende le migliaia di vittime della criminalità organizzata”, aveva scritto tra l’altro) e del senatore Raffaele Ranucci, esponente del Pd in Vigilanza e già relatore del ddl di riforma Rai al Senato (“La trasmissione ha di fatto permesso una nuova, oltraggiosa, spettacolarizzazione di quanto avvenuto il 20 agosto in piazza don Bosco”). Senza tanti giri di parole Fico aveva chiesto anche se fosse coerente con la missione del servizio pubblico la presenza nel programma di Bruno Vespa della figlia e del nipote di Vittorio Casamonica, i cui funerali celebrati a Roma lo scorso 20 agosto sulle note del “Padrino” hanno provocato polemiche e indignazione.

Se con le sue risposte la Rai sperava di chiudere una volta per tutte le polemiche, va detto che queste, al contrario, non sembrano per niente destinate a cessare. La ragione? L’aperta insoddisfazione dei commissari Fico e Ranucci. “Sul caso Casamonica-Porta a Porta la Rai ha fornito risposte che non affrontano il cuore della questione e che non possono considerarsi esaustive – spiega a ilfattoquotidiano.it  il presidente della Commissione di Vigilanza, Roberto Fico – . Affermano di aver rispettato la missione di servizio pubblico, strutturando la puntata in modo tale da garantire il contraddittorio e da assicurare un rigoroso approfondimento della notizia. Ma a ben vendere non è stato così. Lo dimostrano le centinaia di segnalazioni che ho ricevuto da parte di cittadini indignati per il programma andato in onda su Rai Uno. Viale Mazzini ritiene di aver operato in modo efficace, senza spettacolarizzare la vicenda, ma il messaggio arrivato ai telespettatori è stato tutt’altro. La percezione, che condivido -aggiunge ancora Fico- è stata quella di un salotto, pagato con i soldi dei cittadini italiani, in cui sono stati ospitati tra sorrisini e battutine la figlia e il nipote di Vittorio Casamonica per parlare delle attività della famiglia e dei funerali-show celebrati a Roma tra molteplici polemiche. Insomma, se non sanno prevedere quale sarà l’effettiva reazione del pubblico, se non sanno che da un certo mix di fattori, scaturisce un determinato effetto televisivo, dov’è la professionalità?”.

Questione ancora aperta anche per il Pd. “Dal direttore della rete così come da un ottimo professionista come è Bruno Vespa mi sarei aspettato delle scuse non fosse altro per aver urtato la suscettibilità del pubblico. Invece insistono con giustificazioni che non tengono”,  spiega Raffaele Ranucci, esponente del Pd in Vigilanza: “Per noi il caso non è chiuso: ospitare i Casamonica nel salotto buono della Rai è stato un errore e bisogna ammetterlo affinché certe cose non si ripetano”.

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