L‘omologazione può attendere. General Motors è il primo costruttore a subire l’“effetto Volkswagen”, cioè a dover sottostare a nuovi e più stringenti test sollecitati, in America, dallo scandalo delle emissioni truccate del colosso tedesco. L’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti ha fatto sapere a GM che non intende concedere l’omologazione alle annunciate versioni turbodiesel dei pick-up Chevrolet Colorado (nella foto) e GMC Canyon. Il Cravattino aveva programmato di partire con la commercializzazione nell’ultimo trimestre 2015 dell’unità equipaggiate con il propulsore a quattro cilindri da 2.8 litri e 200 cavalli di potenza, ma l’Epa non darà la certificazione senza un test anche su strada.

Dopo lo scandalo Volkswagen, l’agenzia sembra aver ulteriormente ridotto i margini di libertà dei costruttori, sollecitando prove reali e non più virtuali. I media d’Oltreceano informano che l’Epa non nutre dubbi sulla regolarità dei dati dichiarati (cioè non sospetterebbe manipolazioni), ma si tratterebbe di una misura precauzionale, anche perché negli Usa i due pick-up sono equipaggiati con tecnologie come il Selective Catalytic Redcution a base di urea per l’abbattimento delle emissioni di NOx che non sono stati montate per la commercializzazione a livello globale. L’intervento dell’agenzia dovrebbe far slittare il lancio di Colorado e Canyon. Chevrolet, per bocca di Scott Yackley, Chevrolet Trucks assistant chief engineer, si è detta fiduciosa circa la possibilità che i due veicoli superino anche le prove su strada che l’Epa effettuerà nelle prossime settimane.

La vicenda Volkswagen non sembra invece destinata ad avere conseguenze sulla strategia di Jaguar Land Rover che ha appena lanciato negli Stati Uniti sia la Range Rover sia la Range Rover Sport con motorizzazioni a gasolio Td6. Lo scandalo della frode sulle emissioni è arrivato praticamente in concomitanza con il debutto negli Usa dei primi due Suv diesel del gruppo britannico a controllo indiano (Tata). Joe Eberhardt, amministratore delegato di JLR North America, è ottimista circa la possibilità che la nuova generazione di motori a gasolio possa affermarsi Oltreoceano. Con il Td6, la sola Range Rover è accreditata di un’autonomia di quasi un terzo superiore a quello di un V6 a benzina. L’obiettivo è una quota tra il 15 e il 20% delle vendite: nel primo mese sono stati già immatricolati 332 esemplari, pari al 16% di share. “Dal punto di vista del risparmio dei consumi siamo convinti dei benefici del diesel e non abbiamo cambiato opinione”, ha precisato Eberhardt. Infatti, JLR ha pianificato l’estensione dell’offerta a gasolio all’intera gamma, Jaguar compresa, ad eccezione della F-Type, entro il 2017.

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