Presentano il Giro d’Italia 2016, il 99°, all’Expo milanese. Il tracciato è molto bello, la prima settimana è potabile, non massacrante come nell’edizione 2015, i ragionamenti su come affrontare le 21 tappe e le grandi salite degli ultimi giorni sono stati scontati, talvolta banali come succede sempre in queste circostanze. Ma il momento più intenso è stato quando Ivan Basso, che a luglio fu costretto ad abbandonare il Tour per farsi operare di cancro ai testicoli, ha annunciato che smette: “Non ero più competitivo, e poi la salute…bisogna saper cogliere l’attimo, non volevo finire la carriera privo di energia, voglio continuare a restare nel mondo del ciclismo, e trovare un ruolo compatibile con le mie conoscenze, con la mia esperienza”. Farà il direttore sportivo dell’amico Alberto Contador, se il patron della squadra, il polemico oligarca russo Oleg Tinkov (banchiere a Londra, casa in Versilia) sarà d’accordo. Vincenzo Nibali, che iniziò la sua folgorante carriera nella Liquigas di cui Basso era capitano, ricorda che da lui ha imparato le strategie di corsa, “è stato come andare a scuola”. Bello l’abbraccio del giovane Peter Sagan, neo campione iridato, pure lui compagno di Basso alla Liquigas (2010-2012) e poi alla Tinkoff. Insomma, gli addii sono forzieri di memorie ed emozioni.

Il Giro perde un protagonista – Basso vinse due volte, nel 2006 e nel 2010. Ne ritrova l’erede, il buon Nibali che probabilmente avrebbe voluto partecipare al Tour de France ma è stato dirottato sul Giro dal general manager dell’Astana, il sulfureo Aleksandr Vinokurov, col quale ha avuto parecchi – chiamiamoli così – scambi di opinione. La scelta di “Vino” è apparentemente razionale: puntare sulla gioventù di Fabio Aru, che ha vinto la Vuelta, e provarne la caratura nel Tour, dove ci sono i migliori. L’anno prossimo, poi, la corsa francese diventa determinante: perché precede l’Olimpiade di Rio de Janeiro. E perché il tracciato della corsa olimpica pare sia molto duro, adatto cioè alle caratteristiche di Chris Froome, o di Contador, o di Alejandro Valverde. E di Vincenzo Nibali.

La medaglia d’oro a cinque cerchi è il loro obiettivo dichiarato: tutti hanno vinto almeno uno dei grandi giri, vincere ai Giochi è qualcosa di più. Il Tour è visto come ideale trampolino per arrivare in forma alla gara olimpica. Il calendario del Giro penalizza Nibali. E poi, non è che all’Astana abbiano favorito Nibali, anzi. Se vuoi fare il Tour, dovrai aiutare Aru, questa la proposta. Giro, Tour, Olimpiade: troppo. Ai Giochi Nibali andrà comunque: sarà la nostra punta. Un’altra storia è che l’anno prossimo Nibali ancora non sa di quali luogotenenti disporre: il giovane e fortissimo Miguel Landa è passato alla Sky di Froome. Correrà il Giro 2016. Ma contro Nibali. Diego Rosa, che al Lombardia è stato validissimo partner del capitano, è richiesto da parecchi team. Michele Scarponi avrà quasi 37 anni e in questa stagione non è stato brillante come nel 2014.

Sul palco della presentazione abbiamo visto gran bei corridori, i migliori in circolazione se si eccettuano Froome e Quintana. Aru, assente giustificato: sta correndo in Kazakistan per onorare la pagnotta (assai ricca) e lo sponsor che l’ha voluto ad Almaty. Oltre a Nibali, fresco vincitore del Giro di Lombardia c’erano infatti gli spagnoli Alejandro Valverde e Alberto Contador. Il primo per il quarto anno consecutivo è primo nella classifica a punti dell’Unione Ciclistica Internazionale. Il rivale Alberto Contador ha conquistato il Giro di quest’anno, davanti al sardo Aru. Ciliegina della torta, il simpatico Peter Sagan, neo campione mondiale, la pop star del ciclismo internazionale, che ha esibito una t-shirt autoreferenziale e assai casual, mentre i colleghi indossavano completi seriosi. Ovvio essere indotti a pensare che questi grossi calibri del ciclismo saranno al via (in Olanda, dodicesimo star in terra straniera della corsa rosa) il prossimo venerdì 6 maggio 2016, peraltro quarantesimo anniversario del maledetto terremoto in Friuli

E invece, per il momento sappiamo solo che ci sarà Nibali, ma non Fabio Aru che corre nella stessa squadra ma verrà dirottato al Tour per “fare esperienza”. Nemmeno Chris Froome e Nairo Quintana si presenteranno. Valverde ha detto che il percorso del nuovo Giro è interessante, e che ci farà un pensierino. Non si è sbilanciato Contador, anche se per cortesia nei confronti degli ospiti ha detto che potrebbe partecipare. Idem Sagan, il Giro è una bella corsa, mi piace, ma non dipende da me, dipende dai programmi della squadra, ormai si corre da gennaio a ottobre, e poi ci sono le Olimpiadi…

Il Giro cerca di riguadagnare prestigio. Conia slogan accattivanti come la corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo. Ma il calendario lo penalizza. L’ha detto chiaramente il nuovo presidente dell’Uci, Chris Cookson, “il ciclismo si sta globalizzando, nuove sfide attendono questo sport”. Intanto, i campioni vanno a chiudere in quel di Abu Dhabi, corrono e incassano. I Mondiali del 2016 si disputeranno a Dubai. Cultura ciclistica zero. Miliardi, tanti. Gli sceicchi comprano lo sport mondiale, il ciclismo è in debito di ossigeno e quindi si accettano ingaggi e ci si arrende alle loro richieste. D’altra parte, è già così per calcio e Formula Uno, per le moto e l’atletica, persino i divi dello sci accettano di esibirsi nelle piste artificiali ai margini di deserti infuocati e di lande dove la polvere e la sabbia s’infilano ovunque. Il Giro 2016 ha trovato per ora un nuovo sponsor, l’Enel. Di questi tempi, vien da sorridere. L’e-bike è di moda, e nelle corse del grande ciclismo ci sono gli 007 dell’Uci che vanno a caccia di biciclette col motorino nascosto…

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