Un lungo scambio di email e di telefonate partito con dieci giorni di anticipo non è servito a nulla. La sua visita a Expo si è trasformata lo stesso in una “disavventura”, con tanto di chiamata finale alla polizia. O almeno così l’ha vissuta Pio Abiusi, 67enne di Matera che proprio dal capoluogo della Basilicata è partito per visitare l’esposizione universale. Cercando di prendere alcune precauzioni, perché Abiusi è portatore di una disabilità che ne riduce le possibilità di movimento. “Io e mia figlia – racconta – abbiamo contattato sia Trenord che Expo per capire, una volta arrivati in stazione, su quale tipo di aiuto avremmo potuto contare per raggiungere Cascina Triulza”. Qui, in quello che è stato definito il padiglione della società civile, c’è il Mobility center, dove i visitatori possono noleggiare mezzi elettrici per disabili. Solo che Cascina Triulza dista alcune centinaia di metri dai tornelli del sito. E l’ingresso più vicino è a 300 metri dalla stazione.

“L’incarico di facilitare gli spostamenti delle persone disabili in stazione è affidato da Rete Ferroviaria Italiana ai servizi della Sala blu – spiega Abiusi – ma da Trenord ci hanno detto che il personale, per una questione di copertura assicurativa, può arrivare solo fino al limite della stazione”. Da parte sua Expo non ha previsto la possibilità di andare a prendere i visitatori disabili e accompagnarli per 300 metri fino ai tornelli. Il servizio del Mobility center riguarda infatti solo il noleggio di mezzi all’interno del sito e l’incarico è stato affidato da Cascina Triulza a una società creata ad hoc, senza che Expo abbia predisposto alcun bando a riguardo. Con un risultato: il tratto tra stazione e tornelli è diventato una sorta di terra di nessuno, tanto che Trenord in un’email inviata ad Abiusi fa riferimento ai “disagi che ci sono stati segnalati anche da altri nostri viaggiatori a ridotta mobilità”.

Questa volta però l’intervento dell’azienda ferroviaria sembra dare dei risultati. Quando alla visita prevista per il 5 settembre mancano cinque giorni, Abiusi riceve un’email di Expo che gli comunica che un operatore del Mobility center lo andrà a prendere con uno scooter tandem all’imbocco del sottopasso ferroviario. Tutto sembra a posto: ci sono volute un bel po’ di email e di telefonate, ma la soluzione è stata trovata, pensa Abiusi. E invece no. Perché la mattina in cui arriva a Expo con la figlia, scende dal treno e viene accompagnato da operatori della Sala blu fino alla fine del sottopasso. Ma qui non trova nessuno ad aspettarlo. “Di scooter tandem neppure l’ombra – racconta – attendiamo inutilmente oltre mezzora, poi il personale della Sala blu fa uno strappo alle regole e mi accompagna ai tornelli”.

Qui finalmente incontra l’addetto del Mobility center, ma Abiusi è arrabbiato: “Dieci giorni non sono bastati per rendere facile la visita di una persona disabile a Expo”. In ogni caso riceve garanzie che al ritorno non ci saranno più problemi. Ma alla sera, succedo di nuovo quello che non si aspetta: “Lo scooter tandem non era disponibile. Così con la carrozzina noleggiata sono uscito dal sito per raggiungere la stazione accompagnato da personale del Mobility center”. Nessuno però ha avvisato la sorveglianza ai metal detector e quattro vigilantes circondano Abiusi e lo bloccano togliendo le chiavi dal mezzo, che non potrebbe oltrepassare i tornelli. Il tutto finisce con una telefonata al 113: “Non potevo più andare né avanti né indietro. Mi sono sentito vittima di un sequestro di persona”.

Da Expo parlano di un’incomprensione fra Mobility center e Sala blu che quella mattina ha causato solo “un ritardo di 20 minuti”, a fronte di oltre 10mila noleggi di mezzi per disabili. “Peraltro – aggiunge la società – si trattava di una circostanza in cui si stava effettuando un supporto al visitatore ad hoc che normalmente non è previsto”. Ma è proprio il non avere previsto tale supporto ad avere causato più volte un rimpallo tra ferrovie ed Expo per chi dovesse intervenire in casi analoghi, come ammettono anche dal Mobility center, dove raccontano di essere intervenuti “in molti casi gratuitamente e violando le regole per portare persone disabili ai treni”.

Finché, dopo la vicenda di Abiusi, Trenord ha ottenuto che il personale della Sala blu possa arrivare fino agli ingressi di Expo. Un parziale lieto fine, quando però manca appena un mese al termine dell’esposizione. Dal canto suo Abiusi rimane amareggiato. E qualche giorni fa, ben due settimane dopo la sua visita, ha ricevuto dal servizio clienti di Expo un’email dopo le sue proteste: “Ci scusi per la tardiva risposta, ci auguriamo che nel frattempo abbia risolto il problema”. Per lui, una “presa per i fondelli”.

@gigi_gno

luigi.franco.lf@gmail.com

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