Tre su tre: è una bella serata per le italiane in Europa League. Lazio, Fiorentina e Napoli vincono tutte contro le rispettive avversarie: chi faticando più del dovuto come i biancocelesti, chi dando spettacolo e confermando il momento d’oro come i viola, chi offrendo una prova di maturità anche in chiave campionato come i partenopei. Il risultato è lo stesso, e vale tanto pure per il ranking Uefa, dove l’Italia continua a recuperare punti dopo l’ottima tre giorni di coppe (4 vittorie su 5, solo la Roma è venuta meno contro il Bate Borisov). La ciliegina sulla torta è il ritorno al gol di Giuseppe Rossi, in rete dopo 501 giorni di calvario per l’ennesimo infortunio.

LAZIO – SAINT-ETIENNE 3-2
Inizia male la Lazio, subito sotto in casa per una disattenzione collettiva sul primo calcio d’angolo della partita. La partenza a handicap mina le certezze di una squadra molto fragile in quest’avvio di stagione. E infatti il primo quarto d’ora è da incubo: Roux colpisce la traversa sempre in mischia da palla inattiva, Hamouma arriva davanti a Berisha. I francesi, però, hanno la colpa di non raddoppiare quando potrebbero, e allora alla prima occasione il gol lo firmano i padroni di casa, svegliati dalla solita discesa di Felipe Anderson, bravo a pescare l’accorrente Onazi in mezzo all’area. Riequilibrato il punteggio si riequilibra anche la partita, che poi pende dalla parte italiana quando alla mezzora Beric rimedia un’espulsione diretta per una gomitata a Mauricio. Il colpo c’è, il sangue pure, la volontarietà un po’ meno: il rosso è severo. Tant’è, sarà decisivo. La Lazio potrebbe passare in vantaggio già prima dell’intervallo con Mauri, deve aspettare l’inizio della ripresa, col tocco in mischia di Hoedt, bravo a sfruttare un’uscita sciagurata del portiere Ruffier. Il gol di Biglia all’80esimo minuto sembra il sigillo al tabellino, invece gli ospiti con Monnet-Paquet accorciano in 9 contro 11 (era stato espulso anche Sall, autore del primo gol) e fanno venire i brividi ai tifosi biancocelesti. Ma stavolta la Lazio evita la beffa finale già provata col Dnipro, e si conferma imbattibile in casa: sono cinque vittorie su cinque all’Olimpico in questa stagione.

BELENENSES – FIORENTINA 0-4
Prevedere una formazione di Paulo Sousa è difficile. Stavolta il tecnico portoghese, sentendo aria di casa, si supera: a Lisbona i Viola si presentano non soltanto con Babacar e Giuseppe Rossi in attacco, ma anche Rebic e Bernardeschi sulle fasce di un iperoffensivo 3-5-2. È l’ennesima scommessa vinta da Sousa: è proprio il numero 10 a sbloccare il match al 18’, con un comodo tap-in sulla conclusione respinta di Vecino. Il nuovo genietto di Firenze conferma il suo feeling con l’Europa: terzo gol in quattro presenze tra questa e la stagione scorsa nelle coppe, mentre in Serie A quest’anno la rete deve ancora arrivare. Poco importa: a turno tutti protagonisti nelle rotazioni del tecnico portoghese. Il Belenenses è poca cosa: non reagisce, incassa anche il 2-0 su un tiro deviato di Babacar. Quello di Kuka ad inizio ripresa è praticamente l’unica conclusione dei padroni di casa. Così nel finale arrivano anche l’autorete di Tonel e soprattutto il gol atteso di Pepito Rossi, ancora lontanissimo da una condizione accettabile ma di nuovo in rete un anno dopo l’ultima volta. La Viola conferma il suo momento e continua a vincere: tre punti preziosi per il cammino in chiave europea dopo la sconfitta all’esordio col Basilea.

LEGIA VARSAVIA – NAPOLI 0-2
Forse è la prova di maturità per il Napoli di Sarri. Le goleade con Brugge e Lazio, e la vittoria con la Juventus, erano state intervallate dal passo falso di Carpi. Adesso i partenopei tornano a vincere e convincere anche in trasferta, a distanza di cinque mesi dall’ultimo successo esterno (19 aprile, 3-0 a Cagliari). A Varsavia contro il Legia finisce 2-0. Dopo un primo tempo controllato, gli azzurri passano nella ripresa con Mertens, imprendibile per tutta la serata per i difensori polacchi. Rischiano l’autogol con Maggio, sfiorano il raddoppio con Allan in due occasioni e lo trovano con il solito Higuain, che entra giusto per mettere il sigillo sulla partita con una prodezza delle sue a sei minuti dalla fine: missile imprendibile da fuori area e sei punti in cassaforte nel Gruppo D, alla pari del Midtjylland, prossimo avversario che non fa paura. Gli schemi di Sarri sembrano ormai assimilati, e il tecnico adesso può anche permettersi di fare turnover (oggi hanno riposato Reina, Albiol, Hisaj, Jorginho, Hamsik, Insigne e Higuain). Così il Napoli diventa una pretendente credibile per tutto: l’Europa League, come lo scudetto.

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