La Roma affonda a Borisov. La campagna di (Bielo)Russia è fatale al generale Garcia, che perde contro il Bate per 3-2, dopo aver sfiorato un’incredibile rimonta. L’impresa si ferma sul più bello, sulla traversa di Florenzi che avrebbe potuto dare un punticino prezioso ma comunque deludente. Invece arriva addirittura la sconfitta, frutto dello sciagurato primo tempo in cui i carneadi Stasevich e Mladenovi danno lezioni di calcio ai giallorossi, sotto già per 3-0 dopo mezzora. Nella ripresa sarà un’altra Roma (e anche un altro Bate, vistosamente calato sul piano fisico). Ma i padroni di casa non dilapidano tutto il vantaggio accumulato e portano a casa tre punti, in fondo meritati: il risultato è il frutto dei limiti e delle fragilità della squadra di Garcia, viste in parte già nella goleada contro il Carpi. È bastata una squadra organizzata per farle deflagrare in una notte da incubo. Le assenze (in particolare quelle di Dzeko e Totti) hanno fatto molto. Come gli errori individuali di Szczesny, o la scelta di chi l’ha rimandato in campo evidentemente troppo presto. Adesso la qualificazione agli ottavi è tutta in salita.

Il Bate si conferma bestia nera per Garcia: i bielorussi avevano già battuto il suo Lille nella Champions 2012 (3-1 in Francia), relegandolo al quarto posto del girone ed estromettendolo anche dall’Europa League. Il copione si è ripetuto. I padroni di casa entrano in campo per giocare e si dimostrano superiori agli avversari. Il gol del vantaggio all’8’ è rocambolesco (tap-in di testa di Stasevich con la palla che balzava sulla linea dopo la traversa colpita da Signevich), ma arriva a conclusione di un’azione spettacolare, giocata tutta di prima, in cui i difensori giallorossi fanno la figura dei birilli.

L’avvio è da brividi: al 12’ è già 2-0. La seconda rete la firma Mladenovic, ma è come fosse un autogol di Szczesny: tiro da 40 metri dall’out di sinistra, neanche troppo angolato; la posizione dell’estremo difensore è inspiegabile e regala il 2-0. E il portiere non si disimpegna meglio neppure sul 3-0, ancora dal mancino di Mladenovic: stavolta la conclusione è più ravvicinata e sotto la traversa, ma il polacco la lascia passare colpevolmente. Garcia osserva e sbraita dalla panchina, un po’ attonito, un po’ infuriato. La prima azione degna di tal nome arriva al 41’, Salah spedisce fuori da buona posizione. Non è colpa dell’allenatore se Dzeko e Totti si sono fatti male contemporaneamente, e alla loro assenza si è sommata anche quella di Iago Falqué. Ma certo il tridente col “falso nueve” (che sia Iturbe o l’egiziano) risulta terribilmente prevedibile.

Negli spogliatoi Garcia prova a serrare le fila del suo esercito allo sbando. Anche cambiando un paio di pedine, a dimostrazione che la formazione iniziale non era poi così indovinata: Torosidis per Iturbe, Iago aveva già sostituito Vainqueur a fine primo tempo. C’è anche uno spirito decente: Gervinho accorcia al 65’ su una buona combinazione con Salah e Iago. Il Bate, che dopo l’incredibile primo tempo ha finito la benzina, si chiude in dieci nella propria trequarti. All’inizio riparte con la velocità di Volodko, poi non ci prova neanche più. E si abbassa tanto, troppo. Salah spara alto la palla del 2-3, lo segna Torosidis in mischia a dieci dalla fine.

Un minuto dopo Florenzi colpisce una traversa incredibile, su cui si spengono le speranze giallorosse. Rimontare tre gol in trasferta è quasi impossibile. Contro chiunque, e i bielorussi non sono proprio una cenerentola di Champions League: nelle ultime cinque edizioni si sono qualificati per tre volte alla fase a gironi, e qualche punticino l’hanno sempre portato a casa. Stavolta a farne le spese è la Roma, che almeno tira un sospiro di sollievo per la vittoria del Barcellona contro il Bayer Leverkusen (2-1 in rimonta). Ma adesso contro i tedeschi non si potrà più sbagliare: al momento i giallorossi sono ultimi nel Gruppo E.

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