Mentre l’Europa teme l’onda d’urto dello scandalo Volkswagen sull’economia tedesca, la locomotiva americana continua a tirare. E corre più del previsto. Nel secondo trimestre il pil statunitense è cresciuto del 3,9%, oltre le attese degli analisti che prevedevano un aumento del 3,7%. Merito dei consumi, saliti del 3,6% invece del 3,1% della precedente rilevazione. Il dato sul pil del secondo trimestre è stato rivisto al rialzo già in precedenza: il dipartimento del Commercio aveva stimato inizialmente un +2,3%, poi rivisto al 3,7%. Bene anche le costruzioni residenziali, cresciute del 9,3%, e quelle non residenziali, su del 6,2%. Nel primo trimestre l’economia americana era cresciuta dello 0,6% e per il terzo gli analisti prevedono un +2%.

Questi dati, insieme a un tasso di disoccupazione sceso al 5,1%, rendono più probabile che la Federal reserve aumenti i tassi di interesse, cioè il costo del denaro, in una delle prossime due riunioni previste di qui a dicembre. Dopo che il 17 settembre la “stretta” è stata rimandata a causa del rallentamento della Cina. Giovedì la presidente Janet Yellen, parlando all’Università del Massachusetts, ha detto che il ritocco al rialzo, il primo dal 2006, è probabile “più avanti nel corso dell’anno”.

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