Una volta scioperare era un diritto, ma vedrete che presto diventerà un reato. I dipendenti del Colosseo scioperano per gli straordinari non pagati e il governo Renzi, nel giro di poche ore, reagisce con un decreto punitivo. Il sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu, in un tweet, evoca addirittura il codice penale. L’assemblea dei lavoratori, secondo lei, è un reato ma… in senso lato.

Io non credo ai lapsus, credo alla storia. E la storia ci dice che il diritto di sciopero farà la fine dell’articolo 18. L’obiettivo, nemmeno troppo segreto, è proprio quello: toglierci tutto, un po’ alla volta, quasi senza che ce ne accorgiamo. E farci arretrare di kilometri. Il capitale vince sempre, se non incontra resistenza nella società civile.

Ve lo ricordate Davide Serra, il finanziare amico di Renzi? Disse chiaro e tondo che il diritto di sciopero andrebbe limitato. Renzi lo ha timidamente corretto, ma in fondo nessuno gli crede: il suo modello di imprenditore non è Olivetti, ma un tale che risponde al nome di Sergio Marchionne. La sinistra ha ancora una volta (l’ennesima!) tradito se stessa, quando ha deciso di firmare col sangue la lettera che la Bce ci inviò nel 2011 ordinando privatizzazioni e deregolamentazione selvaggia del lavoro, flessibilità e liberalizzazione.

Si sa, nel tempo della menzogna universale, le distruzioni dei diritti sono pudicamente chiamate “riforme del lavoro”: dalle lacrime della Fornero al “Jobs Act” di Renzi, sempre dalla parte della finanza, sempre dalla parte della Bce. Certo, i tagli ai danni del lavoro e dei diritti non li avrebbe più potuti fare la destra. Tutti avrebbero subito capito di cosa si trattava: politiche di destra, politiche del capitale. L’astuzia del capitale sta nel farli fare alle sinistre: quasi come se gli schizzi di sangue dei lavoratori e dei precari, dei disoccupati e dei pensionati si notassero meno sul grembiule rosso…

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