I 500 euro in più agli insegnanti italiani arriveranno subito, come aveva annunciato il governo. Già nell’anno scolastico 2015/2016, nonostante la “carta del prof” non sia ancora pronta e il decreto attuativo sia arrivato con una settimana di ritardo rispetto ai termini previsti dalla Legge 107 (ovvero la Buona scuola). Il ministro Stefania Giannini e il presidente Matteo Renzi lo hanno firmato ieri, dopo che la settimana scorsa la titolare di viale Trastevere aveva anticipato l’escamotage studiato dal governo per erogare il bonus nell’anno in corso, senza sprecare le risorse stanziate dalla riforma.

I soldi arriveranno subito. Senza la card, per cui bisognerà aspettare il 2016, ma neppure in busta paga, come era stato ventilato negli scorsi giorni. Ci sarà un versamento ad hoc, in prossimità dello stipendio ma separato da esso. E riguarderà tutti i docenti di ruolo della scuola italiana, di ogni ordine e grado. Compresi quelli dell’infanzia (per cui era circolata voce, priva di fondamento, di esclusione). Compresi gli ultimi assunti della Fase C, ancora da attuare, per cui la nomina giuridica decorre dal primo settembre e quindi vengono considerati alla stregua degli altri. Tutti i docenti riceveranno i 500 euro netti, in un’unica tranche, entro fine ottobre. Per i nuovi insegnanti di potenziamento (per cui la proposta di assunzione è prevista soltanto a novembre), per forza di cosa si slitterà più avanti. Comunque per la fine del 2015, perché i 381 milioni di euro (valore totale del provvedimento) devono essere spesi entro l’anno.

La novità – già ipotizzata da ilfattoquotidiano.it la scorsa settimana – è che la spesa di questi soldi dovrà essere rendicontata da parte dei docenti. Si tratta infatti di un “bonus per la formazione professionale”, utilizzabile su una serie di voci precise, piuttosto ampie ma comunque ben delimitate dal decreto: acquisto di libri, testi o riviste (o magari hardware e software utili all’insegnamento), corsi postlauream e master, semplicemente biglietti per andare a teatro, al cinema o al museo. Entro il 31 agosto 2016 i docenti dovranno portare agli uffici amministrativi della propria scuola gli scontrini delle spese effettuate. E i soldi eventualmente avanzati potranno essere aggregati ai 500 euro del prossimo anno.

Nel 2016 arriverà infatti la vera e propria “carta del prof”: sarà digitale (il Miur bandirà la gara nei prossimi mesi) e funzionerà come un bancomat, utilizzabile su uno dei principali circuiti di pagamento. Fra un anno, insomma, sarà tutto più semplice. Per il momento le scuole saranno chiamate ad un servizio in più, ma almeno i docenti avranno subito il bonus su cui Renzi aveva insistito molto negli scorsi mesi, in particolare nel corso della sua famosa “lezione alla lavagna” per difendere la riforma.

Infatti lo stesso presidente del Consiglio ha tenuto ad annunciare la firma del decreto sul suo profilo Twitter. Post che è stato accolto da tanti commenti polemici dal mondo della scuola. “Mia madre ci tiene a farti sapere che schifa te e le 500€”, scrive Sarù. “Il solito contentino una tantum, mentre gli stipendi degli statali sono bloccati da anni”, fa eco Emilio Federico. Mentre per Giovanni il bonus assomiglia a quei “contributi a pioggia della Dc, che non hanno mai risolto nulla ma portato sempre voti”.

Chissà se i 500 euro basteranno a riguadagnare il consenso perso negli scorsi mesi su una delle riforme della scuola più contestate di sempre. Difficile, a giudicare dalle prime reazioni: “Il decreto è un fatto positivo”, riconosce la Uil Scuola, ma “per una formazione seria non bastano pochi spiccioli”, aggiunge l’associazione di categoria Ugl. “Renzi non pensi di comprare i prof con 500 euro”, concludono i parlamentari del Movimento 5 stelle della Commissione Cultura.

Twitter: @lVendemiale

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