“Non creiamo confusione o fraintendimento facendo propaganda ideologica con la teoria Gender”.  Ad alzare la voce contro le lezioni sull’identità di genere è l’assessore regionale all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan, che in occasione dell’avvio dell’anno scolastico ha preso carta e penna e ha scritto ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale, agli studenti e alle famiglie della sua regione per ammonire chi pensa di fare lezione parlando dell’identità di genere.

La Donazzan aveva annunciato questa iniziativa e con la prima campanella unitamente agli auguri di buon lavoro ha chiarito la sua posizione con undici righe: “Ritengo che l’istituzione scolastica – ha scritto l’assessore veneto – abbia il compito d’impartire un’educazione che non crei alcun genere di confusione o fraintendimento, e non debba sostituirsi all’altrettanto difficile compito dei genitori, facendo della propaganda ideologica”.

Parole che hanno scatenato il mondo Lgbt. L’assessore dall’altro canto nella missiva è stata chiara: “Faccio riferimento alla teoria Gender che potrebbe ingenerare in allievi non ancora maturi, alla ricerca di una propria identità, ulteriori ed inutili problematiche. Il nostro difficile ruolo e la nostra precipua responsabilità è quella di supportarli in un percorso di crescita, che non solo rispetti le loro naturali inclinazioni, ma che sia anche privo di qualsiasi tipo di condizionamento”.

Una missiva che la galassia dell’associazionismo considera inutile: “La teoria Gender – spiega Davide Zotti, responsabile del settore scuola dell’Arci Gay – l’ha nella testa solo l’assessore Donazzan. Nella scuola c’è un problema: un terzo degli studenti del Friuli Venezia Giulia ha subito un atto di bullismo omofobico; per questo è importante che si affronti l’argomento dell’omosessualità. Non esiste, invece, la questione Gender, non c’è un riferimento scientifico e culturale. Non so cosa intenda l’assessore: è l’ennesima lettera sul nulla ripetendo le stesse cose perché per ora va di moda questo argomento. Questi parlano senza sapere quel che dicono”.

Di tutt’altro parere l’assessore che è seriamente preoccupata di quanto sta accadendo nelle aule nel Veneto e non solo: “La nostra Regione ha approvato una risoluzione nella quale si individua una giornata dedicata alla famiglia naturale. Visto il dibattito nazionale ho chiesto con questa missiva cautela; non voglio che si scarichi la battaglia ideologica su una fase della crescita delicata come quella adolescenziale. Non mi posso occupare solo dei tetti delle scuole, esercito fino in fondo il ruolo di assessore all’istruzione parlando spesso di educazione. Sono preoccupata che si vuole snaturare un modello di società che è fondato sulla famiglia. Non posso vedere buttato via tutto ciò soloperché c’è qualcuno che teorizza il Gender. Questa teoria mette in dubbio la natura biologica dell’essere: come possiamo pensare che si scateni un simile dibattito nelle scuole? Ci si occupi di questo nei salotti di qualche talk show ma non nelle aule”.

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