Un anno fa Elisa Zaccarelli, 22 anni, si toglie la vita: non è riuscita a sostenere il terribile peso di un trauma risalente a sette anni prima, una tragedia che, per un accavallarsi spietato di eventi, l’ha spinta a un gesto disperato. Ora suo padre, Davide Zaccarelli, racconta la sua terribile storia ad Alessandro Milan, nella trasmissione 24 Mattino, su Radio24. I fatti: Elisa aveva subito abusi sessuali e molestie nel 2007 da un suo professore, Ezio Foschini, quando frequentava l’Istituto d’Arte di Faenza. Nel marzo 2007 l’uomo viene arrestato dalla polizia, poi viene condannato, con sentenza definitiva, a 3 anni di carcere, che tuttora sta scontando. E’ stato accertato che il docente per oltre un anno ha molestato la ragazza. Viene anche condannato al pagamento di una provvisionale di circa 60mila euro da versare alla ragazza molestata e ai famigliari. Quei soldi la famiglia Zaccarelli non li vedrà mai. “A noi, lo dico molto chiaramente, sarebbero serviti a dare a Elisa le cure psicologiche, sicuramente migliori di quelle che abbiamo potuto darle”, spiega con amarezza Davide Zaccarelli. Ma il molestatore non paga assolutamente niente, nonostante l’esistenza di una sentenza immediatamente esecutiva del giudice. La famiglia Zaccarelli sporge querela per “violazione dolosa delle disposizioni del giudice”, la Guardia di Finanza apre un’inchiesta e accerta che Foschini, nella settimana precedente alla prima sentenza di condanna in primo grado, chiude tutti i suoi conti correnti e versa i suoi soldi in quelli intestati ai suoi genitori. L’accusa, quindi, è quella di aver nascosto i suoi beni (circa 90mila euro). Arriva poi la condanna in Appello per il docente: un anno e mezzo di carcere. La famiglia Zaccarelli intenta quindi una causa civile, con la quale chiede il sequestro cautelare dei conti correnti del docente. Un primo giudice dispone il sequestro del conto del padre dell’uomo. Un altro giudice, invece, in sede civile, ordina una perizia contabile, secondo cui non c’è prova che il denaro nel conto sia effettivamente quello trasferito dal figlio. Davide Zaccarelli viene condannato a risarcire la madre dell’insegnante di 40mila euro di spese processuali e morali. E, dal momento che si tratta di una sentenza in sede civile, benché sia non definitiva, la famiglia di Elisa deve versare quella cifra senza attendere il terzo grado di giudizio. Davide, quindi, si vede quindi decurtato lo stipendio mensile di un quinto, in una situazione surreale nella quale una sentenza civile ha la meglio su ben 4 sentenze penali a suo favore. Qualche giorno dopo, esplode una nuova tragedia: Elisa si toglie la vita, lasciando alla sua famiglia una lettera in cui spiega di sentirsi in colpa per i debiti dei suoi genitori. La sentenza di condanna definitiva arriva qualche mese dopo, quando il docente viene portato nel carcere di Forlì. E infine la beffa: alcuni giorni fa il padre di Elisa riceve un’ingiunzione di pagamento con cui gli viene intimato di pagare 21mila euro alla madre del molestatore di sua figlia, entro 10 giorni. “Sono un operaio, mia moglie è disoccupata e fa lavori saltuari” – afferma Davide – “non ho abbastanza soldi, anche se facciamo una vita decorosa, come una qualsiasi famiglia normale. E così ho chiesto aiuto su facebook: ho pubblicato un numero di conto corrente cui fare donazioni per poter contribuire nel pagamento di queste spese “. L’iniziativa di Davide Zaccarelli, sul suo profilo, ha innescato un’operazione corale di solidarietà. “Sono sommerso di messaggi di affetto” – rivela il papà di Elisa – “La mia fiducia nella giustizia? A volte è difficile rispondere. Ci ho pensato, ci ripenso. Questo accanirsi contro di noi mi lascia perplesso”

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