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Whitney Houston torna in concerto (in ologramma): non c’è limite al business?

di Davide Turrini

Un ologramma di Whitney Houston ‘salirà’ sul palco nel 2016 per riproporre i più grandi successi della cantante, morta l’11 febbraio del 2012, in un tour mondiale. La notizia è stata riportata dai siti inglesi del Guardian e della BBC. Pat Houston, la cognata e presidente della società che gestisce il patrimonio ereditario dell’interprete di I will always love you, ha affermato in una dichiarazione che l’ologramma è “una grande opportunità per i fan di Whitney per partecipare ad un revival di una delle più celebri artiste della storia e per continuare a tenere vivo un patrimonio di performance musicali che non verranno mai dimenticate negli anni a venire”.

La ricetta ipertecnologica dell’immortalità dell’immagine di una diva della musica arriva dalla Hologram Usa che solo nell’ultimo anno ha resuscitato la countrysinger Patsy Cline, Liberace e Billy Hollyday, due comici come George Carlin e Richard Pryor, e trasmesso in diretta tv l’anchorman Jimmy Kimmel vivo e vegeto da un palco di Los Angeles ad uno di Nashville. Per coloro che non potranno partecipare ai concerti della Houston in 3D gli spettacoli saranno in diretta streaming, su una applicazione tv gratuita in diretta on-line creata da Alki David, che è anche il CEO di Hologram Usa. “L’opportunità di contribuire nuovamente a condividere i doni spettacolari della Houston nel mondo è ciò che esattamente speravo quando ho iniziato a costruire il business degli ologrammi”, ha spiegato David. “La tecnologia sta provocando un cambiamento sismico nel settore dello spettacolo. In più c’è una splendida sintonia con Pat Houston e gli eredi. Sono fiducioso nella creazione di una celebrazione di straordinaria maestria per Whitney”.

L’ologramma in 3D della cantante morta a 48 anni, per annegamento nella vasca da bagno del Beverly Hilton a Beverly Hills quattro anni fa, è stato sviluppato dalla Hologram Usa con una versione hi-tech brevettata del vecchio Pepper’s ghost, un’illusione artificiale della visione già sperimentato nei teatri fin dalla metà del ‘600. Un’operazione tecnologica che può costare milioni di dollari e che per le star defunte necessita di molto materiale girato pregresso, a differenza della proiezione in diretta di celebrità viventi, o semplicemente del direttore di un’azienda che vuole intervenire in diretta ad una riunione pur essendo lontano, dove bastano una videocamera digitale e uno schermo verde. “Cerchiamo solo grandi storie da raccontare”, ha spiegato alla BBC Owen Philips, capo marketing della Hologram. “La partecipazione degli eredi è cruciale, anche perché la narrazione forte negli show che si vanno a creare deriva spesso da materiale inedito conservato in qualche archivio protetto”.

L’idea di rendere eterne le performance di cantanti e attori sembra aver subito una brusca accelerazione con il ritorno in auge del 3D. Recentemente gli eredi di Bruce Lee, l’attore e maestro di arti marziali deceduto nel lontano 1973, hanno intentato causa contro la produzione del film Ip Men 3 (in cui ha una particina anche Mike Tyson) in quanto ci sarebbe stato un tentativo di inserire un ologramma di Lee nel film ispirato proprio al suo maestro cinese di arti marziali, Yip Man. Stesso destino, grazie alla società inglese Framestore, è toccata al defunto Paul Walker in Fast and Furios 7 o alla divina Audrey Hepburn per uno spot pubblicitario per la cioccolata Galaxy. Come segnala il Guardian, sarà forse per questa tendenza alla “negromanzia” che un personaggio del calibro di Robin Williams ha firmato e depositato da un notaio un documento in cui per 25 anni dopo la sua morte, nessuna sua immagine si potrà usare in pubblico, magari per un Mrs. Doubtfire numero 2?

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