“La Chiesa non può tacere, le istituzioni ecclesiali non possono chiudere gli occhi di fronte al nefasto fenomeno dei bambini e delle donne della strada”. Papa Francesco ha rivolto una forte denuncia contro i bambini abbandonati e lo sfruttamento della prostituzione. “Ogni bambino abbandonato o costretto a vivere nella strada, diventato preda delle organizzazioni criminali – ha affermato Bergoglio – è un grido che sale a Dio, il quale ha creato l’uomo e la donna a sua immagine; è un grido di d’accusa contro un sistema sociale che da decenni critichiamo ma che facciamo fatica a cambiare secondo criteri di giustizia. È preoccupante vedere in aumento il numero delle giovani ragazze e delle donne che vengono costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate dalle organizzazioni criminali e a volte da parenti e familiari. Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo”

Per il Papa “la corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno – è stato il forte appello di Bergoglio – può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici!”. Francesco ha ricordato anche “il dolore per le separazioni coniugali e la nascita di bambini fuori del matrimonio, destinati spesso a una vita ‘randagia’. I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono ‘pacchi’ da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro”.

Parole altrettanto forti il Papa le ha utilizzate intervenendo sulla crisi in Siria e in Iraq definendola “uno dei drammi umanitari più opprimenti degli ultimi decenni”. Un nuovo monito che arriva dopo l’appello rivolto a tutte le parrocchie d’Europa ad accogliere almeno una famiglia di profughi a iniziare dal Vaticano e da Roma. Una situazione che, come Bergoglio ha sottolineato, riguarda “milioni di persone” che sono state “generosamente accolte” da Libano, Giordania e Turchia. Per il Papa “di fronte a un tale scenario e a conflitti che vanno estendendosi e turbando in maniera inquietante gli equilibri interni e quelli regionali, la comunità internazionale non sembra capace di trovare risposte adeguate, mentre i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi. Armi bagnate nel sangue innocente. Eppure oggi, a differenza del passato, le atrocità e le inaudite violazioni dei diritti umani, che caratterizzano questi conflitti, sono diffusi dai media in tempo reale. Pertanto sono sotto gli occhi del mondo intero. Nessuno può fingere di non sapere!”.

Francesco ha ribadito, inoltre, che “occorre trovare una soluzione, che non è mai quella violenta, perché la violenza crea solo nuove ferite”. Il Papa ha ricordato anche che “milioni di bambini, con il protrarsi del conflitto, sono privati del diritto all’istruzione e, conseguentemente, vedono offuscarsi l’orizzonte del loro futuro”. Il pensiero di Bergoglio è andato anche ai cristiani perseguitati “cacciati dalle proprie terre, tenuti in prigionia o addirittura uccisi”. Dopo secoli di convivenza pacifica con i musulmani, per il Papa “oggi è la legittimità stessa della presenza dei cristiani e di altre minoranze religiose a essere negata in nome di un fondamentalismo violento che rivendica un’origine religiosa”. Francesco ha auspicato “che i cattolici rafforzino la collaborazione intra-ecclesiale e i legami di comunione che li uniscono alle altre comunità cristiane, cercando anche la collaborazione con le istituzioni umanitarie internazionali e con tutti gli uomini di buona volontà”.

Twitter: @FrancescoGrana

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