Non è la prima volta che Vincent Bolloré viene accusato di essere un editore invadente. Tuttavia mai prima d’ora il presidente di Vivendi, azionista di riferimento di Telecom Italia, era stato chiamato a renderne conto davanti a un’autorità pubblica incaricata di prevenire e sanzionare i casi di censura. Secondo quanto rivelato dal quotidiano francese Le Monde, il finanziere bretone dovrà infatti presentarsi il 24 settembre davanti al Consiglio superiore dell’audiovisivo francese (Csa) per discutere della strategia del suo gruppo in campo media. Per il giornale d’Oltralpe l’audizione, che avverrà a porte chiuse, è stata decisa “di concerto” con monsieur Bolloré e non rappresenta un’azione ostile nei confronti del nuovo presidente del consiglio di sorveglianza della pay tv Canal+. E’ innegabile però che “la decisione di un’audizione è stata presa in seguito a numerosi annunci fatti nelle ultime settimane dalla nuova direzione del gruppo audiovisivo: cambio delle linee dirigenziali, variazioni nel palinsesto ed eliminazione di reportage”, si legge sul sito di Le Monde.

A Parigi, però, non sono in pochi a pensare che al centro delle preoccupazioni del Csa ci sia, in particolare, il futuro del canale di informazione i-Télé, di proprietà di Canal+. A inizio settembre Bolloré ha dato il benservito alla direttrice di i-Télé, Cécilia Ragueneau, nominando ai vertici dell’emittente un suo fedelissimo, Guillaume Zeller, ex direttore della redazione della tv Direct8. Alla base della decisione, la necessità di rilanciare la tv con “un nuovo soffio, una nuova equipe e un nuovo nome (Cnews)”, come ha spiegato alla stampa francese Jean-Christophe Thiery, presidente del direttorio di Canal+. L’operazione però non è piaciuta ai giornalisti di i-Telé, che sono sul piede di guerra e hanno immediatamente evidenziato che madame Ragueneau aveva “un suo attaccamento ai principi intangibili di un’informazione libera, indipendente e oggettiva”.

A fine luglio, del resto, proprio Canal+ era stata al centro delle polemiche per la decisione di cancellare dal palinsesto una delicata inchiesta sulla banca Crédit Mutuel, partner di Vivendi. Secondo il sito d’informazione Mediapart, sarebbe stato proprio Bolloré a opporsi alla trasmissione dell’inchiesta che è stata poi acquistata dalla tv pubblica francese France Télévision per essere trasmessa sul canale France3. L’intera faccenda ha sollevato un polverone in Francia attirando l’attenzione del Csa, al quale probabilmente il finanziere bretone dovrà ora spiegare le ragioni che lo hanno spinto a cancellare l’inchiesta. E magari chiarire anche perché, sempre durante l’estate, ha pure tentato di cassare lo spazio di satira politica Les guignols de l’info. Le marionette (guignols, in francese) della pungente trasmissione televisiva di Canal+ sono state salvate in extremis dai francesi con una protesta via Internet al grido di #touchepasauxguignols, non toccate les guignols. Che però Bolloré ha pensato bene di trasferire su un canale a pagamento, restringendo di fatto la platea dei telespettatori.

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