“La Germania ha capito che noi siriani siamo forza lavoro e molti di noi sono laureati e sanno le lingue”. Racconta Riad Khadrawi, rifugiati siriano in Italia dal 2013, commentando le aperture che il governo tedesco ha fatto nelle ultime settimane. Lui è in prima fila alla “Marcia degli scalzi” che a Milano è partita da Porta Genova per arrivare in Darsena. Oltre 10mila persone per un unico cartello: “Refugees welcome”. “Quasi tutto i siriani che passano per l’Italia lo fanno solo per transitarci perché sanno, ancor prima di arrivarci, dei problemi economici dell’Italia – continua Riad -. In Siria avevamo lavoro e casa: non abbiamo problemi economici. Io stesso la prima volta che sono venuto in Italia ero un turista: la seconda, un profugo”. Ma non sono solo siriani i rifugiati per le strade Milano. “Non bisogna focalizzarsi solo sulla Siria – racconta un profugo eritreo – dimenticando gli altri paesi che vivono situazioni altrettanto difficili”. Lo ricorda anche Susy Iovieno di SOS ERM (Sos Emergenza Rifugiati Milano). “Gli arrivi nell’ultimo mese sono soprattutto profughi subsahariani, circa 300-400 in media ogni giorno”

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