Mentre le truppe russe affluiscono in Siria e nel Donbass, nonostante i patti di Minsk, si continua a sparare, Berlusconi si fa immortalare dai fotografi e dai cameramen in Crimea a fianco di Putin. Il pretesto è apparentemente innocuo. Una piccola commemorazione celebrata in modo ufficioso: rendere omaggio alle vittime italiane della guerra di Crimea, quella combattuta (1853-1856) dai bersaglieri del Regno di Sardegna assieme all’Austria, la Francia, l’Inghilterra e l’Impero ottomano contro lo zar Nicola I. I due hanno seguito un cerimoniale piuttosto dimesso, sono arrivati in elicottero e hanno deposto un mazzo di rose rosse sul memoriale inaugurato nel settembre del 2004. Però le immagini dell’evento sono state sollecitamente diffuse dai media russi. Non a caso.

Il gesto dell’ex premier italiano – deliberato? – rischia di provocare qualche problema alla nostra diplomazia. Certo non aiuta la Farnesina renziana, tantomeno agevola Federica Mogherini, la commissaria europea che dovrà fornire spiegazioni sul contraddittorio comportamento degli italiani. Kiev non ha affatto gradito – per usare un eufemismo – la presenza dell’ex primo ministro di uno dei paesi che applica le sanzioni contro Mosca su un territorio che considera ancora parte integrante dell’Ucraina: come del resto la gran parte della comunità internazionale che non riconosce la Crimea come russa. Uno schiaffo, dunque, vedere il sorridente Berlusconi camminare a Sebastopoli, terra strappata con la forza a Kiev. La penisola dove trascorse i suoi ultimi giorni Togliatti e che Mosca ha pienamente cooptato nella Federazione russa, è diventata una sorta di “passerella” privilegiata dove Putin conta, oltre ad esibire, gli amici e gli alleati. Berlusconi è il primo degli amici. Ed è pure il suo cavallo di Troia in Occidente.

L’agenzia Ria-Novosti pubblica una vignetta di Berlusconi che si guarda allo specchio mentre indossa una cravatta coi colori della bandiera russa. Alle sue spalle, in un cestino, i vecchi panni di (ex) padre della patria italiana, con la coroncina d’alloro che spunta fuori. Il Cavaliere in realtà la cravatta non l’ha messa per visitare venerdì il cimitero italiano della guerra di Crimea, Putin, addirittura indossava blue-jeans chiari e consunti sotto una giacca color canna di zucchero. Aldilà dell’aspetto assai informale, non sfugge a nessuno l’ennesimo colpo dello scorpione di Berlusconi.

Per l’ennesima volta si pone quale elemento di disturbo dello scenario politico internazionale, consapevole di suscitare polemiche e critiche, a cominciare da Washington, Berlino e Londra, allarmatissime dall’intensificazione della presenza militare russa in Siria, con le stesse modalità che portarono all’annessione della Crimea e al separatismo del Donbass. E’ impensabile comunque non immaginare un silenzio-assenso di Renzi, probabilmente avvertito da Berlusconi, che già qualche giorno fa aveva accennato alla necessità di porre fine alle sanzioni, dannose a Mosca ma anche all’Occidente, opinione condivisa dal presidente francese Hollande. Quanto a Putin, la Crimea comincerà a creargli qualche fastidio. Entro la fine del mese pare che i tatari bloccheranno le vie d’accesso alla penisola per non aver mantenuto nessuna delle promesse del 2014.

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