“Oggi sento di poter respirare un’aria diversa. Questa è la sensazione. Tra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di mio fratello. Mi piace pensare che questa notizia arrivi oggi non a caso”. Sono le parole di Ilaria Cucchi, intervistata da Alessio Falconio su Radio Radicale. La sorella di Stefano Cucchi, il ragazzo morto nell’ottobre del 2009 in circostanze mai del tutto chiarite, commenta le ultime novità investigative, ovvero l’iscrizione nel registro degli indagati di un maresciallo dei carabinieri per falsa testimonianza. Altri due militari rischiano di finirci per il reato di lesioni. “E’ sicuramente una nuova fase” – afferma Ilaria Cucchi – “lunedì io e il mio avvocato incontreremo il procuratore Pignatone. La nostra battaglia ormai va avanti da sei anni, dal giorno della morte di mio fratello, è una battaglia che non si è mai fermata. Sento che c’è la volontà di arrivare finalmente alla verità su ciò che accadde a mio fratello”. E sottolinea: “La responsabilità più grande nel fallimento del processo sulla morte di Stefano è di coloro che per tutta la durata di quel processo hanno voluto sostenere, anche nelle maniere più bizzarre, che in qualche modo mio fratello sarebbe morto di suo. E mi riferisco a chi ha effettuato l’autopsia, ai consulenti, ai periti. Si è cercato di dimostrare addirittura che Stefano sarebbe morto a casa sua, nel suo letto. Per me, che non ho mai cercato un colpevole a tutti i costi o un capro espiatorio, sarebbe già una grande vittoria se, rispetto alla morte di mio fratello, la si smettesse di parlare di lesioni, ma di omicidio

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