Turchia, trovati migranti morti sulla costa vicino Bodrum

Il suo destino era segnato da tempo, ma in quella spiaggia, con quel corpicino rivolto verso il mare muore definitivamente la politica incapace e sorda di fronte alle urla dell’umanità. La foto, destinata ad entrare nella storia come quella della bimba vietnamita straziata dal napalm, oggi rappresenta la fine di tutto.

Il patron di Facebook esultava per il raggiungimento di un miliardo di contatti della sua invenzione, ci fa comprendere che questa foto, avrà una dirompenza mediatica senza precedenti. Il mondo in un solo attimo potrà vedere l’inadeguatezza della politica che non riesce a dare risposte e lascia che il futuro si spiaggi inesorabilmente. I treni di Budapest che non vanno da nessuna parte e si riempiono di siriani aggiungono il resto. I numeri sulle braccia di donne uomini e bambini scritti dalla polizia di confine ampliano l’angoscia di questa giornata. Ci vorrebbe qualcuno, forse solo Dio (ma quale?) potrebbe farlo, che proclami una giornata di lutto mondiale, per quello cui assistiamo. Maglietta rossa e pantaloncini blu….basteranno gli anni per dimenticare? Si potrà dare una risposta?

Facciamo un piccolo esempio, quello che sta accadendo, è un dramma epico che sposta qualche centinaia di migliaia di persone che fuggono dalle zone di guerra. L’intera Europa si dimostra impreparata a dare risposte logistiche ed umanitarie di fronte a questa emergenza. Quindi dobbiamo affermare che se un terremoto o una calamità a caso colpisse una metropoli europea, di fronte a milioni di profughi o sfollati sarebbe una catastrofe!

Insomma, la politica è morta perché essa ha il dovere di risolvere i problemi che non t’aspetti, perché quelli prevedibili si risolvono con l’ordinaria amministrazione. L’imprevedibilità sociale e la previsione delle soluzioni sono la mission della politica e soprattutto di quella europea, perché essa nasce proprio con l’intento di dare risposte alla convivenza di milioni di persone. Ora se la migrazione pur straordinaria di questa epoca costituisce un problema irrisolvibile, vuol dire che la politica è morta, perché è inutile. In ogni famiglia, si sa che se c’è un’emergenza il dovere è quello di farvi fronte trovando soluzioni.

Noi purtroppo oggi certifichiamo l’incapacità e l’impossibilità di dare risposte a bambini, donne e uomini che fuggono dalla guerra. Abbiamo solo la capacità contabile di censirne i morti, gasati nei camion, annegati nel mare,o spiaggiati o nei treni e dobbiamo anche ascoltare qualche idiota che parla di costruire muri, di usare le ruspe o cannoneggiare le coste. Ricordo Dacia Maraini in una intervista che mi rilasciò alcuni anni fa, mi disse che, durante il suo soggiorno obbligato in un campo di concentramento giapponese, si meravigliava del fatto che fuori la gente non sapesse, non si accorgesse di nulla e continuava nella normalità la propria esistenza.

Maglietta rossa e pantaloncini blu…Quando abbiamo visto segnare con i pennarelli le braccia dei profughi, numeri pronti a sciogliersi col calore ed il sudore, abbiamo capito perché i nazisti lo facevano in modo indelebile. L’orrore si manifesta sempre con cialtroneria o scientificamente, ma sempre tale resta.

La politica è morta ed ora può solo blaterare frasi ad effetto senza alcuna presa su almeno un miliardo di cittadini, nessuno più li ascolterà questi soloni del nulla; la spiaggia di Bodrum è il loro Vietnam. Maglietta rossa e pantaloncini blu… Le onde disegnano sul bagnasciuga linee sottili che sembrano confini di una immensa carta geografica; linee sempre mobili e pronte a scomparire quando il movimento dell’onda si ritira.

Sembrano i confini di una nuova terra che appare disegnata dalla mobilità, la terra dei migranti che varia i confini di volta in volta, poiché è terra dentro, negli spazi intimi della memoria. Maglietta rossa e pantaloncini blu… scarpette blu ai piedi, vestito con cura e e dignità, pronto per un lungo viaggio nel futuro, senza valigie. Il mondo non lo dimenticherà.

Articolo Precedente

Foggia, braccianti stranieri in corteo per chiedere diritti e dignità

next
Articolo Successivo

Migranti e rifugiati: verso un piano Marshall per l’Africa? Parte Seconda

next