“Ai miei amici per scherzo dicevo: magari mi spediscono a Caltanissetta. Invece è successo veramente”. Per Vanessa Scarano, 31 anni, di Pesaro, insegnante da quattro anni al liceo musicale di Ancona, il responso del Ministero ha quasi avverato il pronostico scherzoso. La giovane musicista non finirà a Caltanissetta ma a Trapani. Il sistema informatico del Miur, nell’assegnazione delle cattedre della fase B della riforma, martedì notte, ha fatto finire una docente del Nord al Sud (l’esodo si è verificato soprattutto in direzione opposta). E pensare che Vanessa nell’elenco delle cento province, allegato alla richiesta di assunzione, aveva messo la città siciliana al 91esimo posto.

“Dall’altro canto un computer non pensa ai problemi delle persone. E’ stato un salto nel buio, si gioca sul fatto che comunque c’è bisogno di lavorare. Siamo solo un numero per lo Stato. Guardi io ho lavorato anche in Giappone dove per percorrere 300 chilometri in treno ci metti pochissimo tempo, avessimo i loro mezzi allora sarebbe possibile pensare di andare a lavorare a distanza”.  Vanessa per quest’anno ha firmato il contratto per una supplenza annuale nel liceo musicale di Ancona dove da quattro anni insegna clarinetto ma il prossimo settembre dovrà prendere la valigia e lasciare la sua famiglia, il suo compagno e la sua amata orchestra sinfonica “Rossini” alla quale ha dedicato passione e vita.

La giovane musicista non si dà pace. Dietro questa scelta del “cervellone” del Miur in realtà si nasconde l’ennesima questione burocratica tutta italiana. La classe di concorso di Vanessa non è ancora contemplata perciò fino ad oggi ha insegnato al liceo musicale di Ancona con una classe affine con il servizio specifico per i licei (allegato E). Una questione che “impedisce – spiega la professoressa Scarano – di mettere a ruolo le ore al liceo dove finora ho insegnato” ma permette di assegnarla alle medie dove andrà a Trapani.

“Al liceo di Ancona – continua – ci sarebbe bisogno di me ma per un gioco di numeri una persona deve finire a mille chilometri di distanza quando di fatto le ore nella regione ci sono. E lì, al mio posto chi arriverà? Magari una collega da fuori, senza l’esperienza che io ho accumulato in questi anni in quella scuola. Serve che il Governo si muova: a Pesaro ci sono solo tre classi di clarinetto alle medie eppure ci sono scuole che da anni vorrebbero avere l’indirizzo musicale”.

Vanessa pensa soprattutto al suo primo amore, l’orchestra “Rossini”. Non guadagna molto a fare i concerti, “poco più di quanto prende una donna delle pulizie” ma quella era la sua vita: “L’attività di insegnamento e quella di musicista sono correlate: come si può pensare ad un professore di clarinetto che non può suonare?”. La professoressa Vanessa Scarano pensa alla sua famiglia, da sempre emigrata per trovare lavoro: “Mio padre era di Scafati, i suoi genitori si trasferirono per trovare un’occupazione a Pesaro. Mio nonno andò persino lavorare in Belgio nelle miniere. Il loro sacrificio non è servito a nulla. Ieri è toccato a loro, oggi a me”.

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