Attualità

Fabrizio Corona, il suo “percorso di crescita interiore” diventa un documentario. Tra santoni indiani e motivatori

di Domenico Naso

Chissà quanta differenza tra la prima esperienza documentaristica di Fabrizio Corona (Videocracy, 2009) e quella che tra pochi giorni verrà svelata. Sì, perché l’ex re della movida milanese, oggi ai servizi sociali nella comunità Exodus di don Antonio Mazzi, martedì 8 settembre presenterà, a Milano, il documentario “Metamorfosi”, scritto e diretto da Jacopo Giacomini e Roberto Gentili. Si tratta del racconto per immagini di un percorso di cambiamento, un progetto a cui hanno preso parte, nel 2011 e cioè prima che Corona andasse in carcere, psicologi, lifestyle coach e esperti di crescita personale. Ed è lo stesso Corona ad annunciare l’uscita di “Metamorfosi”, attraverso un post su Facebook: “Questo documentario racconta l’ultimo periodo della mia vita prima di entrare in carcere… In quei giorni, ho iniziato un percorso di crescita interiore… che ho continuato a seguire dietro le sbarre… e che spero di portare ancora avanti per diventare un uomo migliore…”.

L’obiettivo del progetto, a detta dei due autori, “era quello di provare a trasmettere attraverso le immagini, le parole, i suoni, i colori, le emozioni, onde di consapevolezza e amore che potessero accendere nel cuore degli spettatori il desiderio di avventurarsi in viaggio nell’immensità del loro “Sé” autentico”. Ma cos’è “Metamorfosi”? Da queste parole non è che si capisca benissimo, e anche visitando il sito i dubbi non spariscono di certo. A quanto pare, trattasi di una sorta di metodo, messo a punto da Giacomini e Gentili. Una filosofia di vita, un gruppo religioso, un metodo, appunto, di meditazione? La sezione “Bibliografia” del sito ci aiuta quantomeno a ricostruire il “Pantheon” di Metamorfosi. Il primo autore consigliato è Osho, la guida spirituale indiana che tra anni Sessanta e Ottanta ha riscosso molto successo anche in Occidente e i cui libri si vendono ancora copiosamente nelle librerie di tutto il mondo.

Poi “Messaggio per un aquila che si crede un pollo” e “Chiamati all’amore” di Anthony De Mello, alcune opere di Gurdjieff, addirittura i libri di Raffaele Morelli, lo psicoterapeuta noto al grande pubblico per le tante ospitate in tv. E ancora tanti “santoni” e “guru” indiani, l’autore messicani di testi neosciamanici Don Miguel Ruiz, il motivatore americano Wayne Dyer, morto pochi giorni fa. Un Pantheon vasto e confuso, che aumenta la confusione. Prima di dare un giudizio, forse, toccherà guardare il documentario. Magari Fabrizio Corona, con la schiettezza e i modi diretti che lo contraddistinguono da sempre, saprà spiegarci meglio cos’è “Metamorfosi” e a cosa serve. Se serve.

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