Aveva tutto, era arrivato addirittura a vestire i colori della Nazionale, ma probabilmente non si sentiva completamente appagato. E così Ruggero Trevisan, sino alla scorsa stagione estremo della Benetton Treviso e da diversi anni rugbista professionista, ha deciso di lasciare tutto, il lavoro, la famiglia, la squadra, le Coppe europee. Per farsi prete. Trevisan, un tempo promessa azzurra e figlio di Sandro, ex presidente del Rugby San Donà, il prossimo 8 settembre entrerà così nella Fraternità San Carlo Borromeo di Roma, dove inizierà la strada che lo porterà a ottenere i voti.

Il percorso di Ruggero, che nel suo palmarès vanta una partecipazione a tre test match con la maglia azzurra, parte però da lontano. “Sono sempre stato credente ma il 2011 è stato l’anno della svolta, l’incontro con Comunione e Liberazione mi ha fatto cambiare tutto” ha raccontato l’ormai ex giocatore. Negli stessi mesi, Ruggero, oggi venticinquenne, ha conosciuto un sacerdote di Caorle, suo paese d’origine, che gli ha aperto definitivamente gli occhi. “Era da un anno che pensavo di entrare in seminario, poi i gravi infortuni degli ultimi mesi mi hanno tenuto lontano dai campi, permettendomi di rifletterci a lungo” ha proseguito. Perciò a giugno, tramite un comunicato ufficiale ha rescisso il contratto che lo legava ai leoni biancoverdi della Benetton.

Tre settimane fa, invece, ha dapprima comunicato l’importante decisione ad amici e compagni di squadra, per poi rivelarla a tutti. “Mi era già capitato di trovarmi a discutere con i compagni di gioco a proposito di questa scelta che inizialmente si presentava soltanto come un’idea – ha dichiarato l’ex azzurro. Ci pensavo molto e quando si è presentato l’ultimo infortunio mi sono arreso e ho pensato che era il momento giusto per cambiare strada”.

Per lui il rugby resterà comunque un bellissimo ricordo, un impegno al quale ha dato e ricevuto tanto allo stesso modo. Avvicinatosi alla palla ovale sin da piccolo, seguendo le orme familiari di papà Sandro, un tempo ala, è cresciuto tra le file del San Donà, dove ha vinto tre volte il prestigioso Trofeo Topolino (Under 8, 12 e 14), successivamente l’esordio in serie A a 18 anni con i biancoazzurri e i due anni passati nell’Accademia Federale Tirrenia, Trevisan era approdato al Parma, poi confluito nella franchigia Crociati. Fisico possente, veniva considerato un giocatore di grandi speranze, dotato di velocità e freddezza, nel corso della sua carriera, aveva ricoperto diversi ruoli: prima estremo, poi ala e a volte, a secondo dell’occorrenza anche mediano di apertura con buona precisione dalla piazzola.

Nel 2012, il passaggio alle Zebre e, nel corso della scorsa estate il ritorno a casa, in Veneto a Treviso. Un bagaglio tecnico di tutto rispetto il suo, al quale vanno aggiunte le tante presenze nelle nazionali giovanili e due esperienze rugbistiche oltreoceano, una in Nuova Zelanda, l’altra in Giappone. Ora per lui, dopo l’abbandono ufficiale al rugby giocato, è tempo di studio e di impegno. “Quando ero a Parma e giocavo nelle Zebre svolgevo volontariato in una struttura per ragazzi disagiati, il mio tempo libero l’ho sempre dedicato all’aiuto degli altri”, ha raccontato Trevisan.

Forse è stato proprio questo, la decisione di investire il proprio aiuto verso il prossimo e un carattere molto sensibile a indirizzare l’ex professionista a questa scelta di fede. A partire da settembre, per una volta dopo tanti anni, nessuna preparazione atletica, anzi lo aspettano tre anni intensi di studi filosofici a Roma, poi uno in missione e il ritorno in Italia, con altri tre anni di teologia. “So che è una scelta radicale e porterà sicuramente a grossi cambiamenti nella mia vita, ma io sono felice così”, ha concluso Trevisan.

 

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