Tutto inizia il 23 luglio scorso. Gli assistenti del re del Marocco, Mohamed VI, ricevono una chiamata di Eric Laurent. Fin qui, nulla di strano, Laurent è un famoso giornalista francese esperto di geopolitica internazionale ed ha al suo attivo diverse interviste con i capi di Stato e potenti di mezzo mondo (Per Le Figaro ha intervistato Gheddafi, Hassan II, Armand Hammer, John McCloy, Rockefeller e molti altri). Il giornalista-scrittore sessantottenne ottiene quindi un appuntamento e tre settimane più tardi è stato ricevuto da un incaricato dello staff reale. A questo punto Eric Laurent ha formulato la richiesta che gli è costata l’arresto: tre milioni di euro per annullare la pubblicazione di un libro pieno di accuse contro il sovrano marocchino.

I legali del re hanno finto di abboccare alla richiesta ma hanno immediatamente denunciato il giornalista alla procura di Parigi, dandogli poi appuntamento in un ristorante della capitale francese, in accordo con la polizia. Qui si arriva alla vicenda conclusiva della parabola di Laurent. Oggi, il nuovo incontro durante il quale, senza sapere di essere spiato, il saggista ha rinnovato la richiesta di 3 milioni in cambio del silenzio, richiesta poi ritoccata al ribasso e chiusa a 2 milioni con un anticipo di 80.000 euro. All’uscita dal ristorante, ha trovato gli agenti che lo hanno portato via in manette.

Laurent, 68 anni, noto fra l’altro per “La faccia nascosta dell’11 settembre“, libro che pubblicò nel 2004 con le teorie “alternative” sull’attacco alle torri gemelle, ha scritto diversi libri sul Marocco. 

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