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La vicenda del video dei The Pills con Giancarlo Magalli come guest star appena rimosso da YouTube per violazione del diritto d’autore potrebbe, però, trasformarsi nella prima #epicfail della “nuova” Rai.

I fatti – per quel poco che, sin qui, è dato sapere – sono, in realtà, comuni a centinaia di altri analoghi episodi che si consumano ogni giorno online: Giancarlo Magalli, arcinoto presentatore televisivo di casa Rai e legato alla televisione di Stato da un contratto di esclusiva, presta il suo popolarissimo faccione ai celeberrimi The Pills – web series di successo – per un video di una manciata di secondi che, lo scorso inverno, ha spopolato sul web fino a diventare un autentico tormentone tanto da contribuire, a far diventare lo stesso Magalli, addirittura, uno dei favoriti della Rete nella recente corsa al Quirinale.

Il video rimbalzato ovunque in Rete e poi stato pubblicato dagli stessi The Pills anche sul loro canale YouTube.

Oggi la notizia, data via Facebook, dagli autori della webseries: la Rai ha segnalato a YouTube il video in questione come pubblicato in violazione dei propri diritti d’autore, chiedendone ed ottenendone la rimozione.

La popolarità dei soggetti coinvolti nella vicenda sta facendo il resto, con una folla di utenti che indirizzano alla società di Viale Mazzini una pioggia di commenti poco lusinghieri, specie per i nuovi vertici appena approdati in Rai.

Prima di proseguire, però, vale la pena essere chiari: allo stato – e senza conoscere il contratto che lega Magalli alla Rai – in punta di diritto, la società di Viale Mazzini potrebbe avere ragione da vendere ad aver chiesto ed ottenuto la rimozione del video, giacché, in effetti Giancarlo Magalli potrebbe aver sbagliato nel prestarsi a girare il video in questione ed i produttori di The Pills, essere stati almeno un po’ superficiali nel diffonderlo al grande pubblico.

E’ strano, per la verità, che un personaggio televisivo navigato come Giancarlo Magalli inciampi tanto platealmente nella violazione di un’esclusiva con Mamma Rai ed è, forse, altrettanto strano che Rai abbia chiesto a YouTube di bloccare il video anziché segnalare la violazione – ammesso che vi sia stata sul serio – a Magalli ed ai The Pills, chiedendo loro di rimuoverlo.

Ma questi, tutto sommato, sono dettagli sui quali, nelle prossime ore, potrà farsi chiarezza.

Il punto però è un altro.

Violazione o non violazione dell’esclusiva il video – lungo più di due minuti e con una manciata di scene nelle quali compare il Giancarlo nazionale per non più di qualche decina di secondi – era diventato una specie di video-cult online, regalando un’insospettabile popolarità al presentatore televisivo anche presso le fasce più giovani del pubblico delle quali, probabilmente, sin qui non è stato un conclamato beniamini.

Una straordinaria popolarità che ha, probabilmente, prodotto un beneficio in termini di ascolti anche per la Rai ed avrebbe continuato a produrne nei prossimi mesi.

Non è invece chiaro se e quale pregiudizio, la circolazione del video in questione sulle pagine di YouTube, avrebbe potuto produrre per la società di Viale Mazzini. Difficile, in queste condizioni, fugare il dubbio che la “nuova” Rai – ammesso che la decisione sia stata in qualche modo condivisa con i nuovi vertici dell’azienda – sia, almeno sotto questo profilo – nata vecchia.

Online, non è detto – o, almeno, non è sempre detto – che vietare la circolazione di un contenuto sul quale magari si detengono anche i diritti d’autore sia sempre il modo migliore per esercitare tali diritti.

Reputazione agli occhi dei propri utenti, popolarità dei propri personaggi e del proprio brand, circolazione – anche gratuita – dei propri contenuti, talvolta generano utilità marginali ed esternalità positive straordinariamente maggiori a quelle che si produrrebbero vendendo, un tanto al chilo i propri diritti, come si faceva un tempo nei media tradizionali.

Il web non è la Tv ed è auspicabile che la nuova Rai – se non vuole essere più vecchia della precedente – inizi a rendersene conto ed a rivedere il suo ruolo nel mutato ecosistema mediatico, avviando una profonda riflessione sulle proprie tradizionali dinamiche di distribuzione dei contenuti e di gestione dei diritti d’autore.

Insomma Magalli avrà anche sbagliato ed i The Pills con lui ma a navigare online, ad una manciata di ore dalla diffusione della notizia della rimozione del video, la sensazione è che l’errore più grosso lo abbia fatto proprio la TV di Viale Mazzini a pensare di tutelare il proprio patrimonio oscurando – peraltro in modo straordinariamente inefficacia visto che il video è ancora disponibile ovunque sul web – il faccione del Giancarlo nazionale.

Ps. ultim’ora: I The Pills hanno rimosso il post su Fb con il quale davano l’annuncio. Decisione difficile da decifrare. Qualcuno ha suggerito loro il silenzio? La Rai, Magalli, i The Pills, YouTube e Facebook, la rimozione di un video, la denuncia e poi la cancellazione della denuncia, gli ingredienti per un “giallo” di fine estate iniziano ad esserci tutti!

Aggiornamento delle ore 18,30

Pps: Ci sono volte in cui i fatti – specie online – corrono più veloci delle parole che servono per raccontarli e nelle quali capita, persino, di sentirsi dire, sebbene con tanta ironia, che sarebbe stato meglio tacere, proprio da parte di chi si era inteso difendere scrivendone. I The Pills – che originariamente ne avevano denunciato la rimozione – ora dicono il video intitolato ‘Face off’ è stato “bloccato per errore”. Tutto è bene quel che finisce bene, naturalmente e non si può che festeggiare il ritorno online di un bel video che tanto successo ha riscosso sin qui.

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E però, giacché i The Pills, nella loro ultima nota aggiungono di non essersi accorti di aver “tirato su un caso” e, a modo loro – ovvero con tanta simpatia – sembrano rimproverare a Il Fatto Quotidiano e a me di esserci occupati della vicenda, sembra appena il caso di aggiungere che lo screenshot qui sopra del post pubblicato dai The Pills conferma che il video in questione era stato rimosso da YouTube su segnalazione della Rai. Questo per amor di verità e perché i fatti vengono prima di tutto e a me piace raccontarli per come sono.

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