L’ultima volta era il 1997 quando Luigi Berlinguer, allora ministro della Pubblica istruzione, sbarcava al Meeting di Comunione e Liberazione. Oggi, ai tempi della Buona scuola di Renzi, l’inventore della autonomia scolastica e del concetto di scuola paritaria, colui che sdoganò la possibilità che le scuole private ricevessero finanziamenti e agevolazioni, torna a Rimini. E lo fa più agguerrito che mai, difendendo a spada tratta le misure da lui adottate quando era a capo di Viale Trastevere: “Il dibattito scuole pubbliche/scuole private non mi interessa più perché a me interessa una scuola che è sempre pubblica, perché deve allevare creature. Questo stanco ritornello scuola pubblica o privata è vecchio come il cucco, non esiste più”. Musica per le orecchie degli epigoni di Don Luigi Giussani che quasi 20 anni fa – chi l’avrebbe detto? – videro una risposta positiva a molte delle loro richieste sulle scuole private proprio da parte di un ex comunista con un cognome pesantissimo. “Le sue due leggi sulla autonomia e la parità rimangono il punto di riferimento sulla scuola insuperato”, gli riconosce Giorgio Vittadini, uno dei leader storici di Cl e anima del Meeting.

A dir la verità tra i ciellini l’ex ministro sembrerebbe ricevere più applausi che tra i suoi vecchi compagni di partito: “Io ho fatto feste dell’Unità tutta l’estate e ho riscosso molto successo anche lì”, ribatte però Berlinguer. Quando gli si fa notare che a partire dall’entrata in vigore le sue riforme la scuola italiana non ha avuto più pace e soprattutto il Paese ha preso la via di un declino economico che non sembra arrestarsi, lui non si scompone: “Sono sempre aperto alle critiche, ma oggi c’è qualcuno che le mie riforme le sta copiando per inserirci elementi di rilancio, rimuovendo alcuni ostacoli che c’erano allora. Vuol dire che non era da buttare ciò che ho fatto”. Il riferimento a chi copia è ovviamente a Matteo Renzi, al ministro Stefania Giannini e alla loro riforma che Berlinguer sembra apprezzare. Poco importa che oggi come allora insegnanti e studenti siano scesi in piazza a protestare: “Non è apprezzata dai Cobas che rappresentano il 2% dei lavoratori italiani”. Nessun rimorso neppure per quello che riguarda i finanziamenti alle scuole private. “Noi non abbiamo stabilito finanziamenti, ma che l’articolo 33 della Costituzione vada rispettato: la Costituzione va applicata tutta”. Eppure quell’articolo dice che Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. “No – ribatte Berlinguer – dice che non si possono pretendere oneri per lo Stato ma se lo stato decide di prendere iniziative nessuno glielo può impedire e su questo si è pronunciata anche la Corte costituzionale”.

di David Marceddu

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