Il caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre non è di competenza né dell’Italia, né tanto meno dell’India, perché giudicare nel merito “sarà compito dell’arbitrato internazionale all’Aja“. Il Tribunale internazionale del Diritto del Mare di Amburgo (Itlos), chiamato a decidere sulla vicenda che coinvolge i due fucilieri di Marina, accusati di avere ucciso due pescatori indiani, ha stabilito – con 15 voti a favore e 6 contrari – che i due Paesi “devono sospendere ogni iniziativa giudiziaria in essere e non intraprenderne di nuove che possano aggravare la disputa“. Inoltre la corte ha deciso di non assumere nessuna misura temporanea in attesa della conclusione dell’iter giudiziario, perché “questo toccherebbe questioni legate appunto al merito del caso”. L’Italia aveva infatti chiesto di consentire il rientro di Girone dall’India – che invece vi rimarrà – e la permanenza di Latorre in Italia come misura temporanea. Una decisione che non rispecchia quanto avrebbe voluto l’Italia per il ministro Graziano Delrio. “L’Italia sperava diversamente – ha detto dal meeting di Rimini – Avevamo chiesto altre cose, la sentenza non va nella direzione che avevamo richiesto. Il governo – ha concluso – non può fare altro che prenderne atto, poi si decideranno ulteriori passi da parte del presidente del Consiglio e dei ministri competenti”.

Nel leggere la sentenza, il presidente dell’Itlos ha sottolineato che il Tribunale è consapevole sia del dolore delle famiglie dei pescatori indiani uccisi, sia delle conseguenze che le restrizioni comportano per i marò, aggiungendo dunque che le decisioni della Corte “non devono in nessun modo essere interpretate come un modo di appoggiare rivendicazioni di una delle due parti”. In aula erano presenti per l’Italia, a nome del governo, l’ambasciatore all’Aja, Francesco Azzarello e il capo del team legale Sir Daniel Betlehem; per l’India, invece, il rappresentante del governo Neeru Chadha e l’avvocato francese Alain Pellet, a capo del team legale indiano.

Azzarello, a seguito del verdetto, si è detto deluso per la mancata adozione di misure per Girone e Latorre ma anche parzialmente soddisfatto perché “la misura oggi prescritta tutela in parte i diritti italiani sul caso dell’Enrica Lexie“. Ha comunque annunciato l’intenzione di “rinnovare le richieste relative alla condizione dei fucilieri davanti alla Corte arbitrale”. “Il Tribunale di Amburgo – ha detto – ha oggi ordinato che l’India e l’Italia si astengano dall’esercizio di qualsiasi forma di giurisdizione sui due Fucilieri di Marina, nell’attesa di una determinazione definitiva del caso da parte della Corte arbitrale, che è in via di costituzione. Nel fare ciò – ha proseguito Azzarello – il Tribunale ha riconosciuto la piena legittimazione e competenza della Corte arbitrale sulla vicenda”.

“L’Italia sperava diversamente. Avevamo chiesto altre cose, la sentenza non va nella direzione che avevamo richiesto”, ha commentato il ministro Graziano Delrio al Meeting di Cl. “Il governo non può fare altro che prenderne atto, poi si decideranno ulteriori passi da parte del presidente del Consiglio e dei ministri competenti”, ha aggiunto. A proposito di “ministri competenti”, è di segno diametralmente opposta la presa di posizione del titolare della Farnesina Paolo Gentiloni, che ha parlato di “risultato utile”.

Dura invece la reazione della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. “Il governo Renzi – ha detto – dopo aver immotivatamente atteso mesi e mesi prima di ricorrere all’arbitrato internazionale, riesce nell’impossibile impresa di farsi respingere dal tribunale del mare di Amburgo le legittime richieste dell’Italia sulla sospensione delle misure cautelari nei confronti dei marò Latorre e Girone”. Per Meloni “era un rigore a porta vuota che solo questo esecutivo incompetente e superficiale poteva riuscire a sbagliare. Inadeguatezza – conclude la parlamentare – che mette ogni giorno in pericolo i militari e i cittadini italiani”.

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