La storia è imbarazzante, anche perché alcuni malati dell’ex manicomio, poi trasformato in ospedale, in passato sono stati assistiti con metodi vergognosi per risparmiare. Nel 1997, una paziente ricoverata ha affrontato da sola un parto prematuro mentre era legata a un letto perché nessuno si era accorto del suo stato. Mentre i malati soffrivano e le suore ingrassavano il loro conto allo Ior, la Cdp entrava in crisi e – grazie alla leggina varata dal Parlamento su input di Azzollini – non pagava le tasse. Alla fine il conto sarà pagato dai creditori e dai contribuenti. In questo sfacelo qualcuno però se la ride: la famiglia dell’ex vicepresidente Leone può legittimamente incassare 8,3 milioni di euro senza che la Procura, la Banca d’Italia e il Vaticano possano fare nulla.

Nato nel 1911 a San Lorenzo Bellizzi in Calabria, per 61 anni alle dipendenze della Casa di cui è stato vicepresidente dal 1972 fino al 1994, Lorenzo Leone è stato potentissimo grazie anche all’amicizia con il segretario generale dello Ior. Grazie al vescovo Donato de Bonis, che scendeva a Bisceglie per benedire il matrimonio del nipote Pasquale, Leone era di casa allo Ior dove arrivava con le scatole di scarpe piene di contanti, secondo alcune testimonianze. I nipoti sono personaggi noti della scena sociale e culturale di Trani. Pasquale Leone Procacci, 48 anni, parte come avvocato ma diventa presto uno chef, organizza catering di lusso e apre una scuola di cucina a Trani, l’“Anice Verde”, dove sono passate le stelle dei fornelli come il masterchef Bruno Barbieri. Il secondo, Lorenzo Leone Procacci, 42 anni, è invece un critico cinematografico molto noto a Trani, che ha fondato un circolo con sede nel retro del palazzetto dove vive, tutto ereditato dalla mamma. Nel circolo intestato a Dino Risi, da anni si proiettano pellicole d’autore e sono passati personaggi come Silvio Orlando, Tinto Brass e Sergio Staino.

“Immani ricchezze ingiustificate”
Già nel libro di Gianluigi Nuzzi, edito per Chiarelettere, ‘Vaticano Spa’ (sentito come testimone dai pm nel 2013) si fotografava la situazione dei conti aperti dal nonno allo Ior. Oltre ai 60 miliardi di lire a disposizione delle suore, erano stati aperti da Lorenzo Leone altri conti personali a nome di tre fondazioni con giacenze che negli anni ’90 raggiungevano i 18 miliardi di lire. Ora si scopre che 20 anni dopo, mentre le suore hanno fatto lo scudo fiscale portando i loro soldi in Italia dove sono stati sequestrati, i 16 miliardi di vecchie lire dei Leone sono ancora lì, presso lo Ior.

Nel 1998, l’allora giovane pm di Trani Domenico Seccia, indagò sul commendator Leone. La allora madre vicaria della Cdp, suor Grazia Santoro, disse a verbale: “Ho visto svariate volte Pappolla (un collaboratore di Leone, ndr) prendere una massa di soldi in contanti e su disposizione del Leone Lorenzo, anche in mia presenza inserirli in diverse scatole di scarpe, preparati per la consegna a qualcuno. Le scatole erano messe in macchina del Leone, che l’indomani si recava a Roma dove aveva contatti permanenti presso lo Ior. A Roma ci andava con la Croma, prima con una Mercedes. Il Leone gode di enormi ricchezze, ingiustificate per il fatto che lui ha sempre detto di non percepire alcun compenso dalla Casa”. Leone dichiarava 50 milioni di vecchie lire all’anno. Scrivono i pm di Trani nella richiesta di arresto per Azzollini e compagni: “Reddito assolutamente incompatibile con le ricchezze accumulate”.

A Roberto Ciaccia, già segretario generale fino al novembre 1992 della Cdp ha riferito: “La ricchezza del Leone era anomala: aveva cominciato con niente. Aveva una licenza di commercio relativa a capi di biancheria, articoli che poi rivendeva alla Cdp, forse a prezzi salati. Lui dalla Cdp non percepiva compensi. La sua ricchezza è per me inspiegabile”. I pm di Trani hanno chiesto nel novembre 2013 allo Ior, con una prima rogatoria, notizie sui conti accesi da Leone. Nella prima risposta dell’aprile 2014, lo Ior indicava i nomi dei due nipoti come destinatari delle somme un tempo intestate alle Fondazioni Sant’Antonio, San Pasquale e San Lorenzo, su conti accesi nel 1982.

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