Giro d'Italia 2014, tappa 20 Maniago - Zoncolan

Il 2015 dei Grandi Giri si chiude in Spagna, ultima spiaggia per i big delusi da Giro d’Italia e Tour de France. La spiaggia è quella di Puerto Banùs in Costa del Sol, località di partenza della Vuelta España 2015 che parte sabato. La corsa spagnola, diventata ottuagenaria (la sua prima edizione è del 1935) si disputa per la settantesima volta, e anche se la sorella piccola fra i tre grandi Giri, negli ultimi anni ha accresciuto la sua fama allettando i campioni che non disdegnano di parteciparvi anche dopo le fatiche Tour.

Fra questi Chris Froome che possiamo definire il favorito e dopo il secondo successo sugli Champs-Élysées, cerca di trovare il primo a Madrid dopo due tentativi falliti di poco (secondo nel 2011 e nel 2014) e con tanti rimpianti. Rileggendo la stagione, il favorito della vigilia ha sempre confermato i pronostici (Contador al Giro e Froome al Tour) quindi, un primo punto va al britannico della Sky che correrà da capitano unico della sua squadra, accoppiata già rodata invece per la Movistar che ripresenta Nairo Quintana e Valverde reduci dal podio di Parigi, addirittura un trio, se delle meraviglie lo vedremo, per l’Astana che oltre ad un Nibali voglioso di riscatto schiera Fabio Aru e Mikel Landa (secondo e terzo del Giro).

Il 2015 ci ha detto che chi corre con due o più “capitani” arriva sul podio ma non vince la corsa, dunque, ancora un punto per Froome? Ricorsi storici a parte saranno i 3.357 km a dirci chi correrà per la Maglia Rossa fino all’ultimo e anche l’Astana e la Movistar, stavolta dovranno scegliere prima e con maggiore nettezza su chi puntare. Il percorso aiuta in queste scelte visto che dopo la cronosquadre d’apertura si sale già alla seconda tappa. Come al solito, poi, le montagne non mancheranno e soprattutto l’11esima e la 16esima tappa metteranno alla prova i corridori con dei dislivelli di 4800 e 5200 metri. Con nove arrivi in salita sarà pressoché ininfluente la crono di Burgos di 39 chilometri, prevista alla 17esima tappa dopo il secondo giorno di riposo.

Trovare degli outsider è sempre un terno al lotto ma Tejay Van Garderen, Joaquim Rodriguez e Domenico Pozzovivo hanno voglia di ritagliarsi spazi importanti. Continuare a fare nomi di eventuali uomini di classifica è difficile, mentre per gli sprint è facile pensare a John Degenkolb, Peter Sagan e Nacer Bouhanni, per attacchi e colpi a sorpresa, Fabian Cancellara, Daniel Martin, Visconti, Chavanel o Nocentini sono i primi della lista. Nella storia della Vuelta gli italiani vincitori sono 5, Angelo Conterno nel 1956, Felice Gimondi nel 1968, Giovanni Battaglin nel 1981, Marco Giovannetti nel 1990 e Vincenzo Nibali nel 2010. Lo “Squalo dello Stretto” ha un buon feeling con la corsa spagnola, infatti, oltre al successo di cinque anni fa, vanta un 7˚ posto e un 2˚ nel 2013 (dietro “nonno” Horner) ma anche Fabio Aru lo scorso anno lasciò il segno con due successi di tappa e un 5˚ posto finale.

Non vorrei essere nei panni del direttore sportivo dell’Astana Martinelli che oltre alle due punte italiane avrà anche Mikel Landa da gestire. Stavolta corre in casa e se scappa via in salita difficilmente potrà essere fermato. I ciclisti scalpitano come tori in un’arena alla vista della “roja” di Madrid ma chi di loro la spunterà il 13 settembre, dopo tre settimane di “corrida ciclistica” diventerà il matador della Vuelta 2015.

Articolo Precedente

Mondiali atletica leggera, Bolt la star di Pechino. Fondo, Farah uomo da battere. L’Italia punta su marcia e salto in alto

next
Articolo Successivo

Mondiali Pechino, la maratona all’eritreo Gebreslassie. Quarto l’italiano Pertile

next