“Sulla vostra pagina non una traccia di rammarico o lutto. Del resto è solo un numero in più e una vita in meno. Nulla di anomalo nella contabilità ordinaria dei vostri ‘mortifici’ “. “Ognuno è responsabile delle proprie azioni, nessuno obbliga a drogarsi. Tanto se non si fosse drogato lì, lo avrebbe fatto da un’altra parte”. Sono solo alcuni dei commenti che si incontrano sulla pagina Facebook ufficiale del Guendalina, la discoteca salentina dove sabato scorso ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire Lorenzo Toma, studente leccese di diciotto anni. La polemica continua sotto un’ultima foto postata dagli amministratori della pagina. Erano le 3.38 di una domenica appena iniziata, circa tre ore prima che fosse accertata la morte del ragazzo, l’ultima immagine dell’arena della discoteca gremita di ragazzi.

A Lecce, invece, città dove Lorenzo viveva insieme ai suoi amici, è calato il silenzio. Qualcuno ogni tanto mormora nei bar frasi di solidarietà alla famiglia, qualcun altro ripete che è ‘sempre la stessa storia’. All’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi, dove ieri si sono riuniti nel dolore parenti e amici, oggi non c’è più nessuno. Solo due pattuglie di Polizia a filtrare rigorosamente gli ingressi. Silenzio anche davanti all’abitazione della famiglia, a due passi dal centro storico. Nessun manifesto funebre, forse per non attirare l’attenzione dei giornalisti. Quei pochi che si sono appostati nei paraggi vengono subito notati e allontanati da un familiare: “Abbiate rispetto per chi soffre questa tragedia atroce – dice l’uomo – per ora non fateci domande, perché nemmeno noi abbiamo le risposte. Lasciateci soli”. Sarà l’autopsia, disposta per domani dal pm di Lecce Stefania Mininni, a dire con certezza se a uccidere Lorenzo sia stato l’alcol o una qualche sostanza disciolta nella bibita che avrebbe bevuto poco prima della morte, come riferito dagli amici, o se si sia trattato di un malore per cause naturali. Dall’esito delle analisi mediche, che si concluderanno nel giro di una settimana, dipendono anche le sorti della discoteca di Santa Cesarea Terme, che come il Cocoricò è da più di vent’anni luogo di ritrovo in Italia per gli appassionati e per le dj-star del mondo della techno.

“Attendiamo i risultati della consulenza tecnica per pronunciarci in merito all’operatività del Guendalina” ha detto il prefetto di Lecce Claudio Palomba, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio al termine della riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. “Nel frattempo – ha aggiunto Palomba – intensificheremo i controlli sulle strade e nelle vicinanze dei locali ‘a rischio’, in particolare tra il 12 e il 16 agosto, giorni in cui in Salento saranno presenti oltre due milioni di persone. Ma non possiamo ancora fare paragoni con quanto accaduto a Riccione, perché ogni caso ha le sue variabili e i suoi precedenti”. Giovanni Gorgoni, direttore generale della Asl di Lecce, ha provato a sciogliere i dubbi sui presunti ritardi nei soccorsi prestati a Lorenzo: “La prima ambulanza, senza medico a bordo, è arrivata alle 6.40, dopo circa 15-17 minuti dal primo allarme, quando Lorenzo era privo di conoscenza, ma ancora vivo. Il secondo mezzo, questa volta medicalizzato, è arrivato dopo 40 minuti e ha praticato per 4 volte la defibrillazione. Dall’analisi delle telefonate giunte al 118 – ha aggiunto Gorgoni – è emersa la difficoltà delle ambulanze nel raggiungere il parcheggio della discoteca a causa delle auto e dei pullman disposti impropriamente sulla strada”.

Non c’è alcun video, però, che possa testimoniare l’effettivo andamento dei fatti, perché nel locale non esiste ancora nessun sistema di registrazione, cosa che “da questo momento in poi imporremo”, ha concluso il Prefetto. Intanto, sempre su Facebook, gli amici hanno aperto la pagina “Lorenzo e noi”, un luogo di incontro per chi gli voleva bene, per ricordare lontano da ogni polemica quell’amico che “sognava di andare a Milano per diventare ingegnere”, quel compagno di classe nella foto scattata il giorno degli esami di maturità . “Lorenzo, tranquillo – scrive qualcuno – ti difenderemo noi da tutte quelle persone che ti stanno buttando merda addosso. Riposa in pace piccolo angelo”.

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