Negli Stati Uniti è di nuovo battaglia intorno all’aborto. I democratici del Senato hanno bloccato il tentativo repubblicano di cancellare i finanziamenti federali per Planned Parenthood, l’organizzazione che offre servizi e assistenza in tema di diritti riproduttivi; i repubblicani avevano bisogno di 60 voti, per procedere con il de-finanziamento, ne hanno raccolti 53. Ma la battaglia promette di riaprirsi al Congresso dopo le vacanze estive, con alcuni repubblicani che minacciano di non votare la nuova legge finanziaria se questa conterrà finanziamenti per Planned Parenthood.

Sembrava che la campagna per le primarie repubblicane dovesse concentrarsi soprattutto sulla questione del nucleare iraniano e dei presunti errori di Barack Obama in tema di politica internazionale. Una serie di video, prodotti da un’organizzazione antiabortista hanno invece riportato l’aborto al centro della discussione politica, attizzando l’indignazione dei gruppi cristiani e conservatori e spingendo gran parte dei candidati repubblicani alla presidenza a cavalcare l’onda della protesta. I video sono stati girati da attivisti del Center for Medical Progress. Con una videocamera nascosta e montata sulle camicie, fingendosi rappresentanti di un’azienda che commercia in tessuti umani per la ricerca scientifica, gli attivisti hanno ripreso lunghe conversazioni con membri di Planned Parenthood.

In nessuno di questi video i membri dell’organizzazione affermano di commerciare parti dei feti degli aborti – ciò è proibito dalla legge americana – ma nel video parlano comunque, in modo piuttosto libero e privo di tatto, dei feti e del fatto che Planned Parenthood fa pagare una quota per la loro conservazione e la spedizione agli istituti di ricerca (cosa consentita dalla legge). In un frammento di girato, un medico dell’organizzazione dice anche che gli aborti vengono realizzati in modo da mantenere il feto intatto per futuri scopi di ricerca.

“In nessun momento delle registrazioni emerge qualcosa di illegale”, ha subito detto Cecile Richards, presidente di Planned Parenthood. La furia di repubblicani, conservatori, gruppi cristiani è comunque esplosa in modo plateale. Ron Paul, candidato repubblicano alla presidenza, ha proposto la legge che cancella i circa 500 milioni di finanziamento federale all’organizzazione. La misura ha ottenuto l’appoggio entusiastico della quasi totalità dei suoi compagni di partito, oltre che di due importanti senatori democratici, Joe Donnelly e Joe Manchin III. Se la proposta è stata per il momento bocciata, i repubblicani dicono di essere pronti a bloccare tutti i finanziamenti al governo federale, se l’organizzazione non verrà tagliata fuori dai fondi. L’accusa è quella di “cinismo, brutalità e di profittare illegalmente del commercio di feti”. La risposta di Planned Parenthood è altrettanto netta. Non un dollaro dei finanziamenti di Washington è usato per l’aborto. Meno del 10% dell’attività dell’organizzazione riguarda l’aborto. La gran parte delle 700 cliniche affiliate al gruppo offrono servizi legati alla contraccezione, a test e cure contro il cancro a seno e utero, allo screening per l’Hiv. “Negare i fondi a Planned Parenthood – ha detto la presidente Richards – è attaccare il diritto alla salute di milioni di donne, soprattutto le più povere”.

Non è la prima volta che l’organizzazione è al centro di una tempesta politica. Sin dalla sua fondazione, nel 1921 come American Birth Control League, il gruppo ha suscitato le ire e l’opposizione dei settori più tradizionali dell’opinione pubblica americana. La sua fondatrice, Margaret Sanger, fu arrestata nel 1916 per un pamphlet sul controllo delle nascite. Fu proprio la Sanger – che nel Greenwich Village di New York conobbe la sorte delle famiglie più povere e numerose, con i figli minati da malnutrizione, tubercolosi, malattie varie, con le madri totalmente inconsapevoli dei loro corpi e dei rischi del parto – a dedicare tutta la sua vita alla questione del controllo delle nascite e alla liberazione da maternità non desiderate. Fu Planned Parenthood a
condurre le ricerche e a chiedere l’introduzione della pillola, nel 1961. Fu ancora una battaglia legale di Planned Parenthood davanti alla Corte Suprema – la Grinswold v. Connecticut, in cui si
chiedeva il via libera alla contraccezione – a fissare una volta per tutte il diritto alla privacy in materia di corpo e sessualità.

Proprio questo ruolo di avanguardia nella lotta per i diritti riproduttivi ha dato a Planned Parenthood visibilità e molti problemi. Nel 2000 un altro gruppo antiabortista cercò di dimostrare la vendita illegale di feti in una clinica dell’organizzazione in Kansas. Nel 2011 due militanti antiabortisti, mascherati come una prostituta e il suo protettore, filmarono un dottore di una clinica del New Jersey mentre consigliava su come ottenere servizi medici per prostitute immigrate illegalmente. Attacchi e episodi violenti sono continuati sino a oggi. Nel 2012 una bomba è stata piazzata sul davanzale di una clinica di Planned Parenthood in Wisconsin. Un anno dopo, un uomo è stato arrestato in Indiana dopo aver cercato di introdursi con un’ascia in un’altra clinica del gruppo.

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