di Isabella Ambrosini

La musica è lavoro? Si, per me lo è sin da quando, da bambina, ho deciso che le avrei dedicato la vita. Da subito ho capito che il ruolo a cui ambivo come compositore e direttore d’orchestra esigeva una preparazione senza scorciatoie e per questo, prima di specializzarmi in direzione d’orchestra, ho voluto conseguire il diploma in Composizione con il vecchio ordinamento, titolo non obbligatorio per un direttore e molto impegnativo, richiedendo 10 anni di studio, ma l’unico che dia una formazione completa per quanto riguarda sia la conoscenza dell’orchestra che delle forme musicali.

Attraverso i miei studi ho maturato la convinzione che se la musica è l’espressione del pensiero di un compositore in forma di suono, un direttore deve essere innanzitutto l’interprete di questo pensiero. Quando poi ho iniziato a lavorare con l’orchestra mi sono resa conto di quanto fosse assolutamente indispensabile il bagaglio di conoscenze acquisito: a differenza degli altri interpreti musicali, come i cantanti o i pianisti, che hanno a che fare solo con il proprio strumento, un direttore si misura con un’intera orchestra, fatta di tanti musicisti, spesso molto competenti, e il compito di un bravo direttore è quello di catturarne la fiducia coinvolgendoli nella sua idea interpretativa perché, sia chiaro, senza un coinvolgimento pieno dell’orchestra, il raggiungimento di un buon risultato non è neanche pensabile. Ho capito poi presto che per una donna conquistare la fiducia dell’orchestra è molto più difficile che per un uomo, perché da sempre quello del direttore di orchestra è un ruolo esclusivamente maschile. Soltanto con una solida preparazione si può superare l’iniziale diffidenza che talvolta può trapelare dai professori d’orchestra, e intraprendere così con successo quel lavoro di equipe per il quale noi donne siamo portate quanto e forse più dei colleghi maschi.

Ma le difficoltà per un direttore donna non finiscono qui, perché in realtà nel mondo della musica, ed in particolar modo nel nostro paese, i ruoli apicali e dirigenziali, sia nell’ambito della produzione musicale che in quello dell’insegnamento, sono ancora nella maggior parte dei casi saldamente in mani maschili, a partire dai soprintendenti e i direttori artistici di teatri ed enti lirici fino ai produttori e agli agenti musicali, senza dimenticare i docenti dei corsi di direzione di orchestra: un mondo, quello della musica, in cui il pensiero maschile è ancora quasi totalmente dominante! E a tal proposito vorrei fare una riflessione: se riguardo al ruolo interpretativo non credo sia possibile individuare delle differenze di genere nella direzione d’orchestra tanto da poter parlare di una direzione al femminile contrapposta ad una maschile, e quindi l’apporto delle donne in questo senso si concretizzerebbe come manifestazione di un pensiero nuovo, inedito, da parte di una categoria di individui che fino ad oggi ha avuto poca se non alcuna voce in capitolo, da un punto di vista meramente gestuale invece, data la obiettiva differenza tra la struttura fisica maschile e quella femminile, il contributo delle donne può e, a mio parere, deve realizzarsi nella individuazione di una nuova gestualità che sia, questa sì, al femminile. Purtroppo oggi sta venendo alla ribalta una schiera di direttori che, lungi dall’aver acquisito con lo studio gli strumenti necessari per svolgere il ruolo interpretativo che gli competerebbe, ed assecondando un mercato musicale famelico di “fenomeni” da gettare in pasto al pubblico, hanno costruito una immagine focalizzata sugli aspetti meramente esteriori, se non deteriori, della direzione d’orchestra, fra i quali rientra la costruzione di una gestualità esageratamente spettacolarizzata ad uso e consumo dell’intrattenimento del pubblico!

Ma oltre al gesto e alle capacità interpretative ci sono altri aspetti che oggi sono diventati fondamentali nella costruzione della carriera di un direttore d’orchestra, e fra questi il management musicale: per me che ho fondato una orchestra e un coro di giovani professionisti e che da quindici anni mi occupo della promozione di giovani talenti, è stata una grande ma stimolante sfida quella di imparare un nuovo mestiere e diventare imprenditrice di me stessa e della mia attività. Oggi grazie anche all’entusiasmo dei miei giovani collaboratori, e al Rettore dell’Università Roma Tre, Prof. Mario Panizza, che dal 2014 mi ha affidato una Stagione Musicale annuale presso il Teatro Palladium, sono in grado di gestire la produzione di uno spettacolo musicale in tutti i suoi aspetti, dalla progettazione al casting e alla realizzazione, e questo mi concede il grande privilegio di dedicarmi al repertorio che prediligo. Forti dei successi della scorsa stagione, nella quale abbiamo messo in scena cinque nuove produzioni lirico-sinfoniche, fra cui i Carmina Burana di C. Orff e la Serva Padrona di G.B. Pergolesi, che hanno riscosso un grande consenso di pubblico soprattutto giovane, con il tutto esaurito, per la Stagione 2015-2016 abbiamo messo in cartellone sei nuovi titoli fra cui Cavalleria Rusticana di P. Mascagni e la Petite Messe Solennelle di G. Rossini per soli, coro e orchestra.

 

Isabella Ambrosini, uno dei pochi direttori di orchestra donna attivi nel panorama italiano, si è diplomata in Direzione di Coro, Composizione – vecchio ordinamento, Perfezionata in Direzione di Orchestra, con i Maestri C. Palleschi, B. Aprea e B. Haitink, e laureata in Lettere con indirizzo Storia della Musica. Dal 1999 è Direttore Artistico e Musicale dell’Orchestra Roma Sinfonica e del Coro Roma Tre da lei fondati, con i quali ha tenuto 300 concerti in Italia e all’estero, svolgendo un’intensa attività didattica e concertistica indirizzata principalmente alla promozione di giovani talenti. Ha collaborato con istituzioni musicali di grande prestigio come l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, Fondazione Musica per Roma, e formazioni orchestrali di altissimo livello, come l’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e l’Orchestra Sinfonica di Mosca. È stata l’unica donna direttore a ricevere il prestigioso incarico di dirigere un concerto nell’Aula di Montecitorio alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati, delle massime autorità dello Stato e di una platea di più di mille persone. Dall’ottobre del 2014 è Direttore Artistico e Musicale della Stagione Concertistica annuale presso il Teatro Palladium dell’Orchestra Roma Sinfonica e del Coro Roma Tre.

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