I britannici sono troppo depressi. Date loro la vitamina D, ogni giorno. La raccomandazione è arrivata dallo Scientific advisory committee on nutrition britannico, un ente medico di consulenza su temi sanitari per il governo. Perché la mancanza di sole nel Regno Unito, soprattutto nei mesi autunnali e invernali, è sempre più un problema di salute pubblica che però non ha ripercussioni solo sull’umore ma anche sulla salute cardiovascolare, su quella delle ossa, sul metabolismo e su tanti altri meccanismi di funzionamento del nostro corpo.

Ecco, così, dall’organizzazione medica è arrivata la raccomandazione: il governo pensi a una sorta di programma di massa per la somministrazione della vitamina D, contenuta naturalmente soprattutto nel pesce e nelle uova, e lo faccia progettando un vero e proprio Piano nazionale per la fornitura di integratori alimentari. In mancanza dei raggi solari che, colpendo la nostra pelle, aiutano a sintetizzare questa vitamina, la soluzione sembra essere, per tutti, quella di ingoiare una o più pillole al giorno.

La proposta del comitato è per ora solo provvisoria, il governo ha tempo fino al 23 settembre per valutare il progetto e almeno fino alla prima metà del 2016 rimarranno operative le attuali linee guida sulla vitamina D. Però una cosa è certa: così come avviene nei Paesi scandinavi, dove l’olio di pesce e le pillole di vitamina D sono diffusissimi e dove in ogni casa è persino presente una lampada a raggi ultravioletti per l’esposizione a un “sole simulato” dei bambini, anche il Regno Unito non dovrebbe ignorare il fatto di essere una parte del pianeta dove il sole, quello vero, manca per molti, troppi mesi l’anno. I britannici, tuttavia, non sembrano essere coscienti di ciò, contrariamente agli scandinavi, e per questo il comitato governativo suggerisce almeno 10 microgrammi di vitamina D al giorno. Soprattutto per bimbi, donne in gravidanza e anziani, anche se il consiglio è esteso a tutti.

Chiaramente, c’è anche la possibilità che, per qualcuno, la vitamina D assunta sia troppa, anche se il comitato ha sottolineato come il rischio sia “estremamente basso”. Però negli ultimi anni, in inverno, nel Regno Unito si sono registrate vere e proprie “epidemie” collettive di carenza di questa sostanza, con gravi ripercussioni sulla salute dei britannici, a partire dai più piccoli che possono andare incontro al rachitismo. Già in passato diversi studi avevano consigliato alle catene di supermercati di vendere pillole low cost, perché al momento le confezioni di olio di pesce e di vitamina D sono ancora abbastanza care. Molti medici, intanto, hanno accolto con favore le raccomandazioni del comitato, definendole “un cambiamento epocale”, perché è la prima volta che in Gran Bretagna si pensa veramente alle conseguenze della carenza di vitamina D sulla salute collettiva.

Certo, fra chi abita sulla costa del sud come a Brighton e chi abita nella piovosissima Scozia le differenze sono tante. Così come la differenza è legata anche al colore della pelle: più si è scuri e più è difficile sintetizzare la vitamina D. Però, intanto, dal 2016 il ministero della Salute potrebbe avviare un primo, vero piano di massa per la prevenzione di tantissime malattie grazie agli integratori alimentari. Possibilmente a basso costo per tutti.

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