Il gruppo Cassa depositi e prestiti ha venduto sei immobili pubblici di Milano a una cordata costituita dalla società di investimento immobiliare Beni Stabili Siiq, dal fondo americano Varde e da Borio Mangiarotti, il gruppo delle costruzioni della famiglia De Albertis, il cui patron Claudio è da pochi giorni il nuovo presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili.

Il ricavato è di 125,5 milioni e il gruppo pubblico fa sapere di aver ottenuto “una piccola plusvalenza” la cui entità però “non può essere comunicata in seguito a specifici accordi con la controparte”. Del pacchetto fanno parte il complesso direzionale di via Principe Amedeo e l’edificio A di Palazzo Litta, oltre 22mila metri quadri di proprietà di Cdp Immobiliare, e quattro immobili del Fondo investimenti per la valorizzazione, il veicolo creato nel 2012 per spingere la valorizzazione del patrimonio pubblico e gestito da Cdp Investimenti sgr. Si tratta di un edificio in Corso Italia, dell’area di via Silva e delle palazzine di viale Montello 6 e via Canonica 77.

Queste ultime erano di proprietà della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che le ha messe in vendita nel 2013 dopo averle sgomberate dagli occupanti abusivi. Quella di viale Montello era nota all’epoca come “il fortino delle cosche” perché era una roccaforte dello spaccio e del racket gestito dalla ‘ndrangheta. L’asta è andata deserta e gli edifici sono stati comprati per 17 milioni dal gruppo che fa capo al Tesoro.

Beni Stabili e i partner hanno reso noto di essersi aggiudicati il pacchetto con un’offerta superiore al prezzo minimo fissato da Cdp che era di 125,3 milioni. Gli immobili più grandi saranno ristrutturati per trasformarli in complessi direzionali, mentre gli altri resteranno destinati a un uso residenziale.

 

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