“Quando si fa un’assemblea, credo che coscienziosamente ci si debba preoccupare anche della garanzia che un servizio essenziale continui ad essere erogato. Altrimenti si fa un atto contro il Paese e contro la credibilità dei sindacati”. Così il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini (Pd), ha commentato lo sciopero “selvaggio” dei lavoratori dello scorso 24 luglio che ha causato la chiusura del sito archeologico di Pompei per un’ora e mezza tra le proteste dei turisti. Sul fatto che il Soprintendente avesse autorizzato da giorni l’assemblea sindacale, così come rivelato da ilfattoquotidiano.it, il ministro replica: “L’atto del soprintendente poneva alcune condizioni“. Il capo del dicastero ha visitato il sito in occasione della riapertura al pubblico della “Palestra Grande” (arricchita dagli affreschi di Moregine) accompagnato dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Pd) e dal Soprintendente degli scavi Massimo Osanna. Anche il governatore De Luca è critico con la scelta dei sindacati di scioperare lo scorso 24 luglio. “Con oggi riequilibriamo l’immagine negativa che è arrivata da Pompei al mondo intero”. Inoltre De Luca ci tiene a sottolineare l’impegno del governo verso il Sud (5 dei 30 miliardi del fondo di coesione destinati al Mezzogiorno saranno assegnati alla Campania), ma liquida i cronisti con una battuta quando gli si chiede di commentare le parole di Renzi che a proposito di Sud aveva detto che bisogna smetterla di piangersi addosso. “Ma voi – chiede De Luca ai cronisti – quando partite per le ferie?”

 

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