Credete che io abbia armato per due ore tutto ‘sto casino senza volerlo? Ho calcolato e voluto con lucidissima consapevolezza quella domenica con Bordin, e già volevo farlo prima, che esplodesse tutto questo e che Emma divenisse un elemento di dibattito, utile a tutti. E la stessa Emma potrà farne tesoro. Me lo auguro e lo spero. E’ prezioso e necessario per lei”. Così Marco Pannella torna sul caso Emma Bonino, nel corso dei suoi interventi all’assemblea dell’area radicale, tenutasi il 29 e il 30 luglio. E lo fa non omettendo un attacco frontale alla stampa: “Sulla questione Emma si esercitano ormai giornalisti, pensatori, politici, l’immancabile Teodori. Sapevo che sarebbe esploso questo dibattito sul dissenso tra i Radicali e tutte le stronzate che sono subito emerse. E nonostante tutte le cose ‘impopolari e immature’ che noi facciamo, abbiamo fornito alla comunità degli italianofoni un dibattito su Emma Bonino. E penso che, a questo punto, sarà l’ultimo contributo che diamo alla storia di Emma. C’è però una contraddizione” – spiega – “io avrei fatto un attacco contro Emma, continuando a sottolineare che per me lei, non solo doveva restare ministro degli Esteri, ma resta la candidata dei Radicali. E se uno ha dubbi su questo, cazzi suoi“. La prima poderosa staffilata di Pannella è riservata all’ex parlamentare radicale Gianfranco Spadaccia, autore di un durissimo pezzo contro il leader: “In tutte le case ci sono i rifiuti, o meglio la roba che va al macero. Mi hanno detto che Emma ha reagito piangendo quando ha letto che l’avrei accusata di essere “una burocrate senza visione politica”. Questa è una delle cosettine per cui tirare lo sciacquone in diversi cessi d’Italia e di Roma, assieme ad altre delizie ‘odorose’ dello stesso tipo di consistenza che qualifica coloro che hanno prodotto questa roba”. E aggiunge: “Nello stesso articolo leggo che Emma avrebbe telefonato al Papa per sollecitargli la telefonata a me. In pratica, sono così coglione che sono geloso di Emma e un ingrato per la telefonata del Papa, ma nello stesso tempo la sostengo“. E’ il turno poi del quotidiano La Repubblica, che nei giorni scorsi ha pubblicato una discussa intervista a Pannella: “Sapevo che questo dibattito sarebbe stato usato per dire che usavo la Bonino e che la facevo fuori. Questa era anche un’occasione per riuscire a colpirmi e a sputtanarmi, vedi Repubblica, un luogo di peste e, per me, vero giornale conservatore delle peggiori tradizioni dagli anni ’20, senza rotture di continuità. Arrigo Benedetti (fondatore de L’Espresso, ndr) disse: ‘Se “moro” e fate venire al mio posto Scalfari, non ve lo perdonerò mai’“. Il leader radicale ribadisce di essere “coautore” e “corresponsabile” di tutte le nomine della Bonino, anche quando l’ex ministro era molto giovane e con poca esperienza in campo istituzionale. E rassicura i suoi compagni radicali: “Quante volte ho abusato della pazienza e del tempo nostro per dire che di Emma non si parlava mai e non certo con l’intento di criticarla? Quante volte ho detto: ‘Chiamiamola’, ‘Evochiamola di più’? Poi alla fine, siccome mi rompo le palle, sono cocciuto e non mollo, ho scientemente voluto provocare questo dibattito domenica. E l’ho fatto sapendo benissimo la popolarità di Emma, l’ho sempre sottolineato. Ogni tanto in questi anni sul Foglio, con tutti i limiti specifici di Giuliano Ferrara, a cui sta sul cazzo Emma, veniva fuori qualche cosa contro di lei. E basta. Non oltre”. Sulla causa che ha scatenato la vicenda, ovvero il libro inedito di Matteo Angioli, il politico sottolinea: “Posso essere rincoglionito e vecchio, ma non ci volevano grandi doti per capire che qualche motivo andava trovato nell’atteggiamento di Emma che riesce a vietare per 10 anni la pubblicazione di quelle pagine. Testo che lei aveva letto con emozione e timore, avvisandomi che quella roba esponeva il giovanissimo autore a un’attenzione e a una grande responsabilità”. E ribadisce con forza: “E’ chiaro che io continuerò sempre a sostenere Emma

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