I matrimoni tra omosessuali? Il ministro Maria Elena Boschi è favorevole, ma riconosce che con l’attuale composizione del Parlamento è un obiettivo difficile da raggiungere. “Io sarei favorevole al matrimonio. Oggi, in questo Parlamento, non è realistico immaginare che si possa ottenere il matrimonio  tra omosessuali; quindi, occorre mediare“, ha spiegato il ministro delle Riforme in un’intervista al settimanale Sette, in edicola venerdì 31 luglio.

“Vengo dall’esperienza delle Giornate mondiali della Gioventù, sono cattolica, ma sulle unioni civili ho una posizione diversa rispetto a quella ufficiale della Chiesa”, è stato il preambolo della Boschi. “Le adozioni – ha proseguito l’esponente del Pd – poi, dividono in maniera più incisiva: l’ipotesi di ispirarsi al modello tedesco, ovvero un riconoscimento e, quindi, la possibilità di adozione all’interno della coppia per i figli nati da precedenti unioni, credo possa essere un buon punto di partenza”.

Attualmente in Italia non c’è una legge che riconosca le unioni dello stesso sesso. In Parlamento è in discussione il disegno di legge Cirinnà : dopo la prima approvazione da parte della commissione Giustizia, però, si attende che venga calendarizzato in Senato. Il 18 luglio scorso il presidente del Consiglio Matteo Renzi davanti all’assemblea dei delegati Pd ha annunciato che l’approvazione arriverà entro l’anno, ricevendo però l’immediata replica della Conferenza episcopale italiana. “Le priorità per il Paese sono altre”, aveva detto la Cei. Il 21 luglio, invece, è arrivata la condanna della Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo, che ha dato ragione a tre coppie di omosessuali. Secondo la Cedu “la tutela legale attualmente disponibile” nel nostro Paese “per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di due persone impegnate in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”.

 

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