“E’ un funerale altro che festa, il partito è cambiato, voterò altro”. Così risponde un signore che gestisce uno stand di antiquariato all’ingresso di Parco della Valli, dove è in corso la Festa dell’Unità a Roma. Non è l’unico insoddisfatto, l’umore degli elettori del Pd è nero. “Denis Verdini bussa alla porta del Pd? La vedi questa chiave inglese? Lo intimorirei con questa”, aggiunge. “Puzza, fa schifo, non aprire mai, mi barrico in casa, faccio finta di non sentire. Verdini chi? Non è mio ospite”, rispondono altri. Si gioca e si scherza su questo abbraccio che per molti è mortale, e interiormente si soffre per un Pd cambiato geneticamente davanti ai loro occhi. “Siamo la metà dei militanti e volontari quest’anno, molti si sentono traditi, sfiduciati, io mi sono turato orecchie, bocca ma ora basta. Vogliamo scendere sotto il 10%?”, domanda un volontario che si occupa della brace. “Ti allei con il diavolo per fare cosa? Per cambiare la Costituzione e far comandare uno?”, si chiede un signore. Gli elettori rimpiangono Pierluigi Bersani: “Vuoi mettere con questo scemo, ha fatto lo stesso discorso di Berlusconi sull’Imu, ma allora sei stronzo”. Qui gli esponenti della minoranza dem sono stati ben accolti. Adesso si attende la serata di Matteo Renzi in programma per martedì. “Questa non è casa sua”, dice un militante. “Tutti sono ben accolti alla festa dell’unità. Anche Verdini con la tessera del Pd? Non esiste”, sostengono anche i pontieri. “Le porte del Pd sono chiuse alla destra, questo è uno spauracchio usato dalla minoranza in maniera irresponsabile”, spiega Matteo Orfini, presidente del Pd

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