Apple si prepara a una seconda parte dell’anno piena di novità. Da settembre in poi, si parla di una serie di nuovi prodotti che hanno il compito di diversificare le fonti di ricavo dell’azienda. Perché se la Mela oggi ha un problema è proprio quello di dipendere troppo dallo smartphone.

Come ha sottolineato l’analista indipendente Neil Cybart: “Una cosa è chiara. L’attrazione gravitazionale di iPhone è troppo forte per qualsiasi nuovo prodotto o servizio di Apple per permettergli di diventare “the next big thing” di Apple nel breve termine”.Così come Windows è sempre stata l’area principale di Microsoft, oggi a Cupertino devono fare i conti con l’esagerato successo dell’iPhone, tanto che Cybart sottolinea come “dal punto di vista finanziario e di business, iPhone è il solo prodotto che conta ed è difficile immaginarne un altro in grado di superarlo nei prossimi cinque anni”.

La pensa così anche il mercato visto che, nonostante la società di Tim Cook abbia chiuso il terzo trimestre con ricavi in aumento a 49,6 miliardi di dollari, dai 37,4 miliardi di dollari dello stesso periodo dell’anno scorso, con un utile netto di 10,7 miliardi di dollari, contro i precedenti 7,7, le azioni sono scese passando da 132,90 dollari di martedì a 126,01.
Un po’ perché gli analisti si aspettavano qualcosa di meglio rispetto all’aumento del 35% delle vendite di iPhone e un po’ perché lo smartphone vale il 65% dei ricavi della Mela e il 74% dei profitti. A questo si aggiunge il fatto che a Cupertino sono parecchio reticenti sui dati dell’Apple Watch tanto che bisogna andare a spanne per calcolarne le vendite. Si parla di un milione di dollari di ricavi nel trimestre e circa due milioni di pezzi venduti per lo smartwatch.

Difficile che la situazione possa cambiare nel breve periodo, anche se Tim Cook sembra provarci non si sa con quanta convinzione. Il primo passo è infatti il nuovo iPhone. Settembre sarà il momento dell’iPhone 6s, accompagnato anche dallo stesso modello in versione Plus. Ottobre vedrà, invece, l’arrivo del nuovo iPad in versione maxi da 12 pollici. L’iPad Pro arriva in un momento difficile per il tablet che vale solo il 9% dei ricavi di Cupertino, calati rispetto allo scorso anno di quasi il 23%. A rafforzare la linea arriva anche il “refresh” di iPad Air da 9,7 pollici. Non ci sono particolari indiscrezioni riguardo il nuovo tablet, ma è immaginabile che sarà dotato di un nuovo processore, mentre qualche altra indicazione potrebbe arrivare dalla presentazione dell’iPhone, visto che in passato le innovazioni dello smartphone sono arrivate sul tablet.

Dalla Cina arrivano, però, notizie secondo le quali, per enfatizzare il lancio delle versione Pro, Apple potrebbe rimandare il nuovo Air. Sempre per l’iPad un analista di solito bene informato come Ming-Chi Kuo è convinto che entro fine anno il Mini sarà sul mercato. Più incerta è la presentazione della nuova versione del set-top box. E’ tre anni che da Cupertino, da questo punto di vista, non esce nulla di nuovo. Un po’ troppo per i canoni della Mela, anche se stiamo parlando dell’Apple Tv che non si merita neanche una sua categoria nel bilancio visto che rientra negli “Altri prodotti” che, tutti insieme, valgono il 5% dei ricavi totali. Altri rumors parlano di uno streaming box con tanto di app store dedicato.

Con maggiore sicurezza viene accreditato l’arrivo in autunno di un servizio di Tv streaming per il quale a Cupertino stanno raccogliendo le adesioni di alcuni canali televisivi compresi quelli locali. Sul fronte degli iMac dovrebbero comparire i modelli 4K con display da 21,5 pollici. Il software include il supporto per la risoluzione 4096×2304. Oltre a una possibile anticipazione sul nuovo Watch, che dovrebbe però uscire nel 2016, in autunno arriverà la versione definitiva di iOS 9 con i miglioramenti di Siri e Apple Map e di Os X El Capitain.
Infine, nel 2016 alcuni analisti sono convinti che ci sarà spazio anche per un iPhone a 4 pollici denominato 6C. Si tratterà di una versione riveduta e corretta del 5S. Va bene la diversificazione, ma c’è ancora la mucca iPhone da mungere.

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