La multinazionale giapponese dell’elettronica Toshiba ha truccato i propri conti per sette anni, gonfiando i profitti di 1,125 miliardi di euro. Un maquillage sistematico iniziato nel 2008 per mascherare la sistematica flessione dei proventi di alcune attività del gruppo, tra cui quelle nei microprocessori, i personal computer e i reattori nucleari. Il bubbone è scoppiato qualche giorno fa, quando il comitato indipendente incaricato dal gruppo di controllare la contabilità ha individuato la maxi falsificazione. Martedì il presidente e amministratore delegato, Hisao Tanaka, si è assunto tutta la responsabilità della manipolazione e ha dato le dimissioni, insieme al vice presidente Norio Sasaki e a otto membri del consiglio di amministrazione.

La società si è “scusata” con gli azionisti e con i clienti e ha ingaggiato un advisor esterno per analizzare i motivi che hanno condotto a truccare i conti e evitare che quanto successo possa accadere di nuovo.

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