Sul sito delle Ferrovie dello Stato uno dei cv più lunghi è il suo. Quello di Daniela Carosio, membro del consiglio di amministrazione. Più lungo persino di quello del presidente Marcello Messori e dell’amministratore delegato Michele Mario Elia. Oltre due pagine fitte di dettagli per raccontare soprattutto della sua esperienza pluriennale come dirigente delle stesse Ferrovie. Ma che omettono di dire una cosa. Che oggi Daniela Carosio, oltre che membro del cda di Fs, è anche responsabile delle Relazioni con i media della società di consulenza e revisione Ernst & Young, nonché segretario generale della onlus collegata, la Fondazione EY che si occupa di disagio giovanile. Di questo non c’è traccia alcuna nel suo curriculum. Semplice distrazione? Di certo il dettaglio non è da poco. E pone come minimo una questione di opportunità. Anzi, due questioni di opportunità. Per Fs e per E&Y.

Ecco la prima. Una manciata di settimane dopo che le incomprensioni con l’ex amministratore delegato Mauro Moretti l’avevano costretta a lasciare la sua posizione di direttore delle Comunicazioni esterne delle Ferrovie, a maggio del 2014 Carosio è rientrata in Fs dalla porta principale. Il governo Renzi l’ha infatti scelta come amministratore nel nuovo cda. Una decisione che viene da più parti attribuita all’allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Anche se è innegabile che il premier abbia ottimi rapporti con Salini Impregilo, la cui comunicazione è in mano al marito della Carosio, Luigi Vianello, da sempre uomo di Cesare Geronzi, prima in Capitalia, poi in Mediobanca e infine alle Generali.

L’anno scorso, però, Carosio non si è limitata al debutto nel cda di Fs, ma è diventata anche segretario generale della Fondazione EY, carica alla quale da febbraio di quest’anno ha aggiunto quella di responsabile delle relazioni con i media di Ernst & Young. Parallelamente, la società di consulenza a fine 2014 ha ricevuto da Lupi l’incarico per l’elaborazione del Piano nazionale dei porti e della logistica e, soprattutto, a maggio 2015 è stata scelta da Fs come uno dei consulenti per il processo di privatizzazione del gruppo pubblico dei trasporti. Un incarico del valore complessivo di quasi 1,3 milioni di euro più Iva, affidato dalla società che ha Carosio in cda a un raggruppamento temporaneo di imprese costituito da McKinsey, Brattle e appunto Ernst & Young, la società che ha Carosio come dirigente. Tutto ok? “La scelta degli advisor industriali – fa sapere Fs a ilfattoquotidiano.it – è stata fatta con una gara e non è mai stata deliberata dal cda, dove è stata portata solo un’informativa dell’amministratore delegato. Durante la lettura di tale informativa, Carosio è uscita per evitare di condizionare eventuali domande che gli altri consiglieri avessero voluto porre”. Solo che per condizionare qualcuno non sempre è necessaria la presenza fisica. Ma tant’è.

E veniamo alla seconda questione di opportunità. Le società come Ernst & Young di solito prevedono direttive interne che impediscono a chi occupa ruoli di rilievo di avere cariche come quelle di amministratore di altre società. Regole del genere, solo per fare qualche esempio, ce le hanno società di consulenza come Accenture, e società di revisione, come Kpmg e Deloitte. La questione è semplice: i due ruoli sono incompatibili perché a rischio di conflitto di interessi. E perché va salvaguardata l’indipendenza di chi fa la revisione legale dei bilanci degli altri, come del resto previsto anche dalle norme italiane ed europee. Così in queste società, prima di assumere qualcuno, di solito gli fanno presente che non può e non potrà fare parte di un altro cda. Di solito, appunto. Perché Ernst & Young non s’è preoccupata affatto del ruolo di Carosio in Fs. Ma le direttive interne della società? “Abbiamo policy di indipendenza che facciamo sottoscrivere ai nostri collaboratori e che facciamo rispettare”, rispondono da Ernst & Young, senza però avere intenzione di spiegare se tali policy includano le incompatibilità previste dai loro concorrenti. E senza voler entrare nel merito del caso Carosio: l’ok al doppio ruolo passa per un no comment.

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