Elettrica. Connessa. Personalizzabile. All’insegna del motto “Non siamo Tesla, ma non siamo nemmeno Fisker (l’ambizioso marchio americano che ha dovuto dichiarare fallimento, ndr)”, la Faraday Future si è presentata al mondo attraverso il magazine Motortrend. I proclami sono importanti, anche se le informazioni pratiche sono ancora scarse. FF, come a quanto pare la start-up californiana desidera essere chiamata, è stata costituita nel corso del 2014 ed ha come sede l’ex stabile dove la Nissan aveva il proprio centro di ricerca e stile, a Gardena. Ancora non è chiaro, invece, dove avverrà (o avverrebbe) la produzione. L’assemblaggio, ha fatto sapere la FF, verrà affidato a contratto a una struttura americana, anche se molti componenti dovrebbero arrivare da altre paesi.

Chi stia dietro l’operazione non è dato sapere, né a quanto ammonti l’investimento. Quelli che sono certi sono i 200 addetti, destinati a diventare 300 già l’anno venturo, e, soprattutto, un’infornata di manager sfilati alla concorrenza e dai curriculum certamente interessanti. Il responsabile dell’architettura del primo modello, il cui debutto è stato promesso per il 2017, è Nick Sampson, che in Tesla si è occupato dell’ingegnerizzazione del veicolo e del telaio della Model S, mentre il capo del design arriva dalla BMW, dove aveva contribuito allo sviluppo dei concept di i3 e di i8, Richard Kim. Degli interni si occuperà Pontus Fotaeus, che ha trascorsi in Lamborghini, Ferrari e Land Rover, mentre gli esterni saranno curati da Page Beerman, già direttore creativo in BMW.

A capo delle operazioni che riguardano il powertrain, poi, è stato chiamato Silva Hiti, che aveva guidato l’analoga divisione di Chevrolet Volt, la vettura ad autonomia estesa che in Europa è stata venduta anche come Opel Ampera (erano state insignite entrambe del titolo di Auto dell’anno nel 2012) e la cui produzione è stata sospesa per colpa degli scarsi risultati di vendita. Lo specialista delle batteria, uno degli annunciati punti di forza del primo modello FF, è stato strappato alla SpaceX di Elon Musk: è Porter Harris. Tra i pochi dettagli tecnici c’è appunto una maggior capacità delle batterie: il 15% in più rispetto alla rivale americana Tesla Model S, pari a 98 kW.

Nel presentarsi agli appassionati, FF ha spiegato di voler offrire soluzioni di “smart mobility per tutti”. Sarà interessante capire se il riferimento è anche al prezzo, perché quello delle Tesla del visionario Elon Musk non è esattamente popolare. Le iperbole riguardano anche la possibilità di personalizzare l’auto FF a zero emissioni della quale è disponibile una sola immagine che si riferisce al posteriore. La promessa è quella di poterla rendere unica “in modi che non avevate nemmeno considerato possibili”. Non resta che aspettare.

Articolo Precedente

Fiat 500 con particolari in pelle, battuta all’asta al ‘I Defend Gala’ per 55.000 euro

next
Articolo Successivo

Ferrari 488 Spider, ecco l’ultima 8 cilindri scoperta di Maranello – FOTO

next