Il pubblico ministero Mariano Buccoliero ha chiesto il rinvio a giudizio per Ilaria Cavo, giornalista di Mediaset e da poco nominata assessore regionale dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, con deleghe alla Comunicazione istituzionale, politiche giovanili, scuola cultura, sport e pari opportunità. La giornalista, entrata in politica alle ultime consultazioni regionali con la lista di Forza Italia, è accusata di diffamazione nei confronti della criminologa Roberta Bruzzone e dell’avvocato Daniele Galoppa, ex difensore di Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi, uccisa e gettata in un pozzo di Avetrana il 26 agosto 2010.

Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per lo stesso Misseri, accusato di calunnia nei confronti dei due professionisti. Secondo la procura ionica, il contadino di Avetrana avrebbe formulato accuse nei confronti del suo difensore e della consulente affermando di essere stato spinto a incolpare la figlia Sabrina, indagata in seguito alle sue confessioni e poi condannata all’ergastolo per omicidio insieme alla madre Cosima Serrano al termine del processo di primo grado.

Nei confronti della Cavo l’accusa è invece quella di aver rilanciato le accuse dello zio di Avetrana, condannato in primo grado a otto anni di reclusione per la soppressione del cadavere di Sarah. L’uomo però, da tempo continua ad affermare di essere l’unico responsabile della morte della 15enne e di aver accusato la figlia Sabrina solo perché indotto a farlo Una versione che scatenato l’ira di Galoppa e della criminologa Bruzzone che sono così passati alla vie legali. Nel procedimento penale, inoltre, il giudice per l’udienza preliminare Valeria Ingenito ha concesso all’avvocato Galoppa e alla consulente Bruzzone di citare come responsabili civili la Rai, la Rti per Mediaset, le Edizioni Universo e la società Rcs per il settimanale Oggi.

Nel procedimento oltre a Misseri e la Cavo è imputato per diffamazione anche l’avvocato Fabrizio Gallo. Ma questo è solo l’ultimo dei tanti rivoli giudiziari aperti a Taranto dopo il reality horror di Avetrana: la stessa Ilaria Cavo è stata assolta in un altro procedimento per l’utilizzo di materiale fotografico che sarebbe stato, secondo l’accusa iniziale, venduto da un consulente della procura. Sotto inchiesta sono finiti anche Cristiana Lodi, inviata di Porta a Porta, insieme alla parlamentare dell’allora Pdl Melania Rizzoli: durante una visita al carcere di Taranto la Lodi si presentò come assistente parlamentare e riportò poi il contenuto dell’incontro con Michele Misseri, all’epoca detenuto, in un pezzo su Libero. Entrambe hanno patteggiato sei mesi di reclusione usufruendo della sospensione della pena, la parlamentare ha poi trasformato la pena in una multa di circa 50mila euro.

Ora i riflettori sono pronti a riaccendersi: il 23 luglio prossimo, infatti, la corte d’appello di Taranto si ritirerà in camera di consiglio per emettere il verdetto di secondo grado.  E il gran circo mediatico tornerà con dirette ed esclusive nelle case degli italiani.

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