Impronte digitali, tracce biologiche e immagini delle telecamere. Sono queste le carte in mano ai carabinieri di Roma per arrivare alla cattura del killer che mercoledì 15 luglio, nel centralissimo quartiere Prati, ha ucciso il gioielliere 70enne Giancarlo Nocchia durante una rapina.

Oggi c’è stato un nuovo sopralluogo dei detective nel negozio di via dei Gracchi, uno storico laboratorio dove l’orafo creava gioielli pregiati. Gli esperti del Ris avrebbero trovato elementi interessanti cercando impronte digitali e tracce biologiche che l’assassino potrebbe aver lasciato all’interno del locale. Da lì potrebbe arrivare la svolta per risalire alla sua identità. Accertamenti anche su un portagioielli con all’interno preziosi che l’uomo ha perso in strada durante la fuga.

Al momento l’ipotesi è che nella bottega sia entrato un’unica persona, ripresa dalla telecamera del negozio con in testa una parrucca scura non molto vistosa e degli occhiali, forse fingendosi un cliente. La vittima avrebbe reagito alla rapina ed è stato colpito alla testa più volte con un corpo contundente non ancora individuato. Per terra i carabinieri hanno sequestrato una serie di oggetti che verranno analizzati per chiarire se tra questi ci sia ‘l’arma del delitto’. Ancora da chiarire, però, se all’esterno ad attendere il killer c’era un complice che fungeva da palo.

Gli investigatori del Nucleo investigativo di Roma e della compagnia San Pietro non stanno tralasciando nessun aspetto in questa fase delle indagini anche se la rapina resta la pista prevalente. Si scava perciò anche nella vita della vittima per ricostruire come abbia trascorso le ultime ore, se avesse avuto appuntamento con qualcuno o se quell’uomo, ora ricercato, si era recato già nei giorni scorsi nella gioielleria per un sopralluogo. Il negozio è infatti piccolo e poco riconoscibile dall’esterno come una gioielleria. Anomalo anche il fatto che il killer non abbia usato un’arma da fuoco.

Ascoltati familiari, amici, conoscenti ed eventuali testimoni tra persone che abitano o lavorano lungo quel tratto di strada. A trovare il cadavere di Nocchia è stato un amico, titolare di un bar a pochi metri di distanza dalla gioielleria, entrato all’interno del negozio con altri due conoscenti perché non riusciva a rintracciare Nocchia.

E intanto la salma del gioielliere è stata portata al policlinico Gemelli per l’autopsia che dovrebbe essere effettuata domani e stabilirà con certezza la causa del decesso. Oggi la famiglia del gioielliere ha ricevuto la visita del comandante della Legione carabinieri del Lazio, generale Angelo Agovino. “Questo è il momento del dolore” ha detto il generale uscendo dall’abitazione. “Sono fasi decisive per le indagini e bisogna lavorare in silenzio” ha sottolineato aggiungendo che i carabinieri stanno lavorando senza sosta per risolvere il caso.
“Le nostre forze dell’ordine – ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a margine di un incontro – sono al lavoro e siamo convinti che prenderemo anche lui, come abbiamo sempre preso quelli che hanno compiuto questi ignobili reati”.

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